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18.11.2015 - 15:180
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Legge anti-burqa: niente melina, tempi record!

Quasi l'unanimità per il rapporto di Natalia Ferrara Micocci. La Commissione della legislazione fa i compiti al posto di Gobbi, e presto la legge anti-burqa approderà in Gran Consiglio

BELLINZONA – È stato firmato da tutti i commissari della legislazione, tranne i due socialisti Jacques Ducry e Ivo Durisch, il rapporto redatto dalla liberale radicale Natalia Ferrara Micocci sulla revisione totale della Legge sull’ordine pubblico. O meglio, dalla revisione di una legge ne salteranno fuori due, in quanto la Commissione ha ritenuto che con il solo messaggio promulgato dal dipartimento di Norman Gobbi non si sarebbe potuto applicare il principio del divieto di dissimulazione del volto, votato dal popolo ticinese nel 2013, in particolare per quel che riguarda il burqa e il niqab. Facciamo un passo indietro. Il 22 settembre 2013 il popolo ticinese con un’ampia maggioranza aderisce all’iniziativa popolare lanciata da Giorgio Ghiringhelli per un divieto di dissimulare il volto in pubblico. L’iniziativa “anti-burqa”, così venne soprannominata, per entrare in vigore doveva dapprima passare al vaglio dell’Assemblea federale, e poi venir applicata tramite una specifica legge. Nel mese di marzo di quest’anno Gobbi emana il messaggio sulla revisione della Legge sull’ordine pubblico, in cui viene contenuta la specifica normativa. La Commissione della legislazione, malgrado la - secondo molti pretestuosa - pressione proveniente da Via Monte Boglia, esamina la proposta governativa evidenziando a più riprese una lacuna: la norma, così come formulata, sarebbe potuta essere sconfessata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo (a cui è vincolata anche la Svizzera). La legge proposta da Gobbi, imponendo un divieto di dissimulare il volto per motivi di sicurezza, non era infatti applicabile per il burqa e per il niqab. La Commissione quindi, piuttosto di attendere una nuova proposta governativa, ha preferito fare lei stessa i compiti, partorendo quindi una specifica legge, sulla falsa riga della legge francese già passata al vaglio dei giudici di Strasburgo. Il Ticino in questo modo potrà applicare celermente la normativa voluta dal popolo, senza troppi rischi sul fronte della giustizia. In poche parole, anche qualora una persona con il burqa, una volta multata, decidesse di adire alle vie legali, con ogni probabilità non riuscirebbe a spuntarla. Come già emerso nelle scorse settimane, non ci sarà nessuna eccezione per il turismo. «Non si tratta di garantire solo la libertà della donna di interagire in una società democratica anche attraverso il proprio volto, bensì quella di tutti i cittadini di potersi vedere gli uni gli altri in volto», si legge nel rapporto Ferrara Micocci. «In questo senso, è evidente che un'eccezione per il settore turistico non può essere contemplata, pur dovendo essere presi tutti gli accorgimenti del caso affinché non venga a mancare l'opportunità di mantenere questo tipo di clientela, ad esempio, come detto, attraverso una preventiva e adeguata informazione». In considerazione della complessità della tematica, le tempistiche della Commissione possono essere considerate da record: in pochi mesi sono state fatte audizioni, considerati i vari pareri delle parti in causa e soprattutto analizzata la questione della liceità della nuova norma in relazione alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU), per giungere oggi alla firma. Niente "melina" quindi, come malignamente ipotizzavano gli iniziativisti. Durante la seduta di stamane della Commissione della legislazione è pure stata discussa l’opportunità di un rinvio della discussione in Gran Consiglio, in relazione ai recenti attacchi terroristici a Parigi. Una proposta giunta (incredibilmente) da alcuni deputati che maggiormente auspicano la nuova norma. La Commissione però alla fine ha tirato dritto, perché la democrazia ha la precedenza sul terrorismo. Il rapporto della Commissione sarà quindi discusso durante la prossima seduta in Gran Consiglio, prevista per settimana prossima, per entrare in vigore verosimilmente con il nuovo anno.
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