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31.05.2021 - 17:450

I Verdi denunciano il Municipio per la demolizione dell'ex Macello

"Vi è motivo di temere che l’operazione di demolizione non sia stata attuata nelle corrette modalità e che la stessa possa aver provocato o provocare ancora la diffusione nell’ambiente di sostanze nocive, in particolare di amianto"

LUGANO - Sulla demolizione dell'ex Macello scatta una denuncia penale. Lo comunica la Sezione  luganese dei Verdi, tramite il suo esponente Danilo Baratti. La denuncia è stata sporta nei confronti di ignoti “da identificarsi presso il Municipio di Lugano”, per i titoli di “reato di violazione delle regole dell’arte edilizia (art. 229 CP), esposizione a pericolo della vita altrui (art. 129 CP), delitto contro la legge sulla protezione dell’ambiente (art. 60 LPAmb), ed ogni altro che dovesse emergere”.

Ecco il testo della denuncia

1. I Verdi del Ticino Sezione di Lugano sono un partito politico, costituito nella forma dell’associazione ai sensi degli artt. 60 e ss. CCS e che tra i loro scopi principali hanno anche la protezione dell’ambiente e la tutela della salute delle persone.

2. È ormai fatto notorio di cronaca che nella notte tra il 29 e il 30 maggio 2021, la polizia ha eseguito lo sgombero forzato del centro sociale autogestito CSOA Il Molino, ubicato presso lo stabile ex Macello in viale Cassarate 8 a Lugano. Lo sgombero degli occupanti è stato seguito dalla demolizione di parte dello stabile. Sui media di questi giorni è possibile rinvenire numerose immagini dell’operazione di demolizione e del deposito di detriti accumulato sul piazzale antistante (v. immagini allegate).

3. Occorre considerare che l’operazione di demolizione presuppone l’ottenimento di una specifica licenza edilizia (art. 1 LE) e che per ottenere una licenza edilizia per la demolizione di uno stabile antecedente il 1990 è necessario inoltrare, assieme ai soliti documenti, una perizia che attesti la presenza o meno di materiali pericolosi, tra i quali l’amianto. In presenza di materiali pericolosi ci sono tutta una serie di precauzioni (spesso molto onerose e severe) da mettere in atto durante i lavori di demolizione. Materiali contenenti ad es. amianto devono essere smaltiti secondo le disposizioni vigenti (Ordinanza sul traffico di rifiuti, OTRif, e Ordinanza tecnica sui rifiuti, OTR) e secondo le norme cantonali di attuazione. Eventuali domande sullo smaltimento dei materiali contenenti amianto devono essere rivolte alle autorità cantonali. I materiali contenenti amianto destinati allo smaltimento devono essere inoltre etichettati secondo l’allegato 1.6 dell’ORRPChim.

4. Per quanto riguarda il caso specifico, la parte di stabile dell’ex Macello abbattuta risale a prima degli ‘60. In occasione delle diverse prese di posizione pubbliche successive allo sgombero, i rappresentati del Comune di Lugano hanno ammesso di non aver richiesto alcuna licenza edilizia che autorizzasse l’operazione di demolizione e non hanno fornito alcuna indicazione che permetta di ritenere che siano stati presi i necessari provvedimenti per la tutela dell’ambiente e della popolazione. Si ricorda anche che a fianco dello stabile ex Macello vi sono delle scuole elementari, una scuola dell’infanzia, una palestra, degli esercizi pubblici, i corsi d’acqua e diverse abitazioni.

5. Stanti queste circostanze, vi è motivo di temere che l’operazione di demolizione non sia stata attuata nelle corrette modalità e che la stessa possa aver provocato o provocare ancora la diffusione nell’ambiente di sostanze nocive, in particolare di amianto. Inoltre, tutte le persone presenti al momento della demolizione (agenti di polizia, operai, giornalisti e curiosi) potrebbero essere stati esposti a dei potenziali rischi per la loro salute. Tra gli scarti visibili vi sono anche degli elettrodomestici, quali frigoriferi, che pure contengono materiali potenzialmente pericolosi, se rilasciati nell’ambiente.

Se questa ipotesi dovesse essere confermata, coloro che hanno ordinato e messo in atto la demolizione in questione si sarebbero resi colpevoli dei reati indicati in ingresso di violazione delle regole dell’arte edilizia (art. 229 CP), esposizione a pericolo della vita altrui (art. 129 CP), delitto contro la legge sulla protezione dell’ambiente (art. 60 LPAmb). Apparentemente e stante alle dichiarazioni pubbliche disponibili, l’intera operazione è stata decisa dal Municipio di Lugano, di concerto con la Polizia cantonale e comunale (v. conferenza stampa del Municipio di Lugano del 30 maggio 2021).

6. Per questi motivi, si chiede al Ministero pubblico di aprire un’indagine al fine di delucidare i fatti qui esposti e perseguire gli eventuali colpevoli. Occorre innanzitutto che vengano presi con la massima urgenza i necessari provvedimenti cautelari a tutela dell’ambiente e delle persone; che le operazioni di eliminazione dei detriti e di ripristino siano immediatamente fermate e che i detriti vengano posti subito sotto sequestro ex art. 263 cpv. 1 lett. a CPP quale potenziale mezzo di prova, nonché ex art. 263 cpv. 1 lett. d in rel. con l’art. 69 CP a scopo di confisca di oggetti pericolosi. Questa misura deve essere adottata senza indugio, visto che i lavori di eliminazione e asporto del materiale della demolizione stanno avanzando molto celermente.

7. Dal profilo procedurale, I Verdi del Ticino Sezione di Lugano si costituiscono accusatori privati, facendo valere l’azione penale ex art. 119 cpv. 2 lett. a CPP e nominano quale proprio patrocinatore l’avvocato Costantino Castelli di Lugano”.

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