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Il Blog di Don Gianfranco
10.09.2023 - 11:140

Il papa in Mongolia con lo sguardo rivolto alla Cina

Don Gianfranco Feliciani: "Sosteniamo con l’affetto e la preghiera il nostro papa Francesco, instancabile costruttore di fraternità e di pace!"

*Di Don Gianfranco Feliciani

Dal 31 agosto al 4 settembre scorsi papa Francesco ha visitato la Mongolia. È stato il suo 43° viaggio all’estero. Perché il capo della Chiesa cattolica si è recato a visitare una comunità cristiana così esigua e lontana da Roma? Composta da otto parrocchie riunite attorno al neo- cardinale più giovane del mondo (49 anni), il prefetto apostolico Giorgio Marengo, con una trentina di preti e una quarantina di suore, la Chiesa cattolica in Mongolia conta appena 1.500 battezzati, in un Paese di 3 milioni e mezzo di abitanti e dalla superficie di 1 milione e mezzo di chilometri quadri.

Una piccola Chiesa quella della Mongolia, ma,dice Francesco: “Una comunità che muove i suoi passi in modo fresco, umile, non rassegnato. A partire dai missionari, ma soprattutto con la presenza dei cristiani mongoli, è una comunità che, ascoltando il Vangelo, non vive per se stessa ma per gli altri e per i più fragili. Il volto di questa Chiesa minoritaria è quello misericordioso di Gesù buon samaritano”.

E poi c’è il fatto che la posizione geografica della Mongolia, oggi risulta particolarmente strategica: si trova infatti tra la Russia (impegnata nella guerra contro l’Ucraina), e la Cina, con la quale il Vaticano sta tessendo da anni un paziente dialogo per giungere ad una sincera e fruttuosa collaborazione. Dalla Mongolia, che a differenza dei suoi due grandi vicini ha optato per la democrazia, la pace e la libertà religiosa fin dagli inizi degli anni ’90, il papa ha lanciato il suo appello di pace e fraternità alle grandi potenze: “La Mongolia di oggi, con la sua ampia rete di relazioni diplomatiche, la sua attiva adesione alle Nazioni Unite, il suo impegno per i diritti umani e per la pace, riveste un ruolo significativo nel cuore del grande continente asiatico e nello scenario internazionale.

I governi e le istituzioni secolari non hanno nulla da temere dall’azione evangelizzatrice della Chiesa, perché essa non ha un’agenda politica da portare avanti, ma conosce solo la forza umile della grazia di Dio e di una Parola di misericordia e di verità, capace di promuovere il bene di tutti”. Congedandosi dai fedeli, il papa ha rivolto un saluto al “nobile popolo cinese” rivolgendosi direttamente ai cattolici di questo grande Paese confinante con la Mongolia: “Vi chiedo di
essere buoni cristiani e buoni cittadini”. Da Pechino è giunta nei confronti di Francesco una risposta cordiale. Prossimamente il cardinale Matteo Zuppi, inviato del papa, farà tappa a Pechino, ricevuto dal Governo. Sosteniamo con l’affetto e la preghiera il nostro papa Francesco, instancabile costruttore di fraternità e di pace!

*Arciprete di Chiasso

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