Sembrerebbe che dal 2011, alla Procura Pubblica e al Cantone (UMC e UACD), siano pervenute segnalazioni e denunce da diverse parti e segnatamente in merito all’operato di un SACD di diritto privato operante nel Sottoceneri:• da ex collaboratrici infermiere indipendenti o assunte dal SACD in questione;• da operatrici sociali comunali;• da ex dipendenti del SACD in questione;• da utenti o parenti di utenti serviti da questo SACD.Riassuntivamente le segnalazioni paiono concernere:• fatturazioni maggiorate alle Casse Malati rispetto a quanto effettivamente prestato dalle operatrici di cui alcune non abilitate alle cure che hanno erogato;• fatturazioni maggiorate all’utente rispetto a quanto effettivamente prestato dalle operatrici;• non pagamento o pagamento parziale delle ore straordinarie al personale;• istigazione del personale a comportamenti riprovevoli dal profilo sessuale (attualmente al vaglio della polizia cantonale);• eccitazione a sfondo sessuale all’indirizzo di utenti anziani (pure al vaglio della polizia cantonale);• proposte di gestire gli interessi dell’utente tramite procura dello stesso alla titolare;• doppia fatturazione alle Casse Malati e agli utenti• ………………..A quanto sembra queste segnalazioni hanno portato all’avvio di un procedimento penale nei confronti della titolare del SACD privato la cui istruttoria è iniziata nel 2011 ma che ha avuto un impulso soltanto nel 2015 che ha portato all’inizio del 2016 ad effettuare delle perquisizioni e degli interrogatori per varie ipotesi di reato. Il procedimento sarebbe tuttora in corso e sembra incontrare diverse difficoltà sia sul piano tecnico degli accertamenti che su quello della collaborazione tra i vari attori, tra i quali vi sarebbe anche una ARP – Autorità di protezione. Una delle segnalazioni era partita, risulta, tramite un legale avvicinato dai cugini di una utente, di 95 anni (secondo una perizia geriatrica risalente già al 2009 non più non più in grado di prendere decisioni in piena cognizione di causa), del SACD privato in questione e il cui direttore consta fosse in possesso di una procura della signora per gestire i di lei ”interessi”. Quest’ultimo venne sostituito per intervento della ARP da un curatore che però ci viene riferito in seguito abbia poi frapposto ostacoli ad una collaborazione con i parenti segnalanti che avevano nel frattempo raccolto diverse informazioni e documenti.Su indicazione del Ministero Pubblico, il legale dei cugini si è rivolto al curatore nel marzo 2016 chiedendo di dare procura a rappresentare la utente nel procedimento in corso ma non ha ottenuto la collaborazione auspicata. Il legale si è poi rivolto ai membri dell’ARP in persona che tuttavia si dice non abbiano dato seguito alla collaborazione per l’accertamento della verità.