Prezzo: 12 CHF
Venerdì 22 | Ore 20
Cinema
Locarnese
Woodstock (Usa 1970)
Regia, soggetto e sceneggiatura: Michael Wadleigh
Assistenti: Martin Scorsese e Thelma Schoonmaker
Tecnico del suono: Eddie Kramer
Montaggio: Thelma Schoonmaker, Martin Scorsese, Michael Wadleigh Produttore: Bob Maurice
Fotografia: Malcom Hart, Don Lenzer, Richard Pearce, Michael Wadleigh
Documentario Musicale - V.o. Inglese/i Director’s cut: 224’
50 anni Woodstock: il più leggendario festival di tutti i tempi festeggia 50 anni. E‘ stato il culmine del movimento Flower-Power della cultura Hippie, ma anche il capolinea della speranza che con il Rock si potesse cambiare il mondo: il Festival di Woodstock, tre giorni di amore, pace e musica. Doveroso ricordare che a quei tempi gli Stati Uniti erano impegnati nella guerra del Vietnam e dovevano ancora assorbire lo choc per gli assassini di John e Robert Kennedy, di Malcom X e Martin Luther King e nel mondo era ancora fresca la rivolta del maggio ‘68. Il raduno ebbe inizio il 15 agosto 1969 con il cantante Folk Richie Havens (Freedom) e si concluse il 18 agosto quando il gruppo del geniale Jimi Hendrix rimandò sulla strada di casa gli spettatori con la sua Hey Joe. Tre giorni con tanta musica nel segno dell’amore e della pace su una superficie di 2,4 chilometri quadrati di un’area privata a Bethel nello stato di New York. Mezzo milione di appassionati si recarono all’evento, l’unico rimasto indimenticato fino ad oggi. Furono 32 tra gruppi e artisti solisti a calcare il palco, proponendo Folk, Rock, Psichedelia, Blues e Country music, tra i quali occorre ricordare il già citato Jimi Hendrix, i Ten Years After, Carlos Santana, i Canned Heat, i Greatful Dead, i Mountain, la Creedence Clearwater Revival, Janis Joplin e gli Who. Oltre a catturare la maggior parte dei gruppi e dei musicisti esibitisi durante la tre giorni (i Grateful Dead, “strafatti” e convinti di aver suonato male, hanno ottenuto che la loro “performance” non fosse inserita nel documentario), i momenti precedenti (l’arrivo della marea di gente, le colonne chilometriche di macchine variopinte, la reazione degli abitanti della zona), la vita all’interno del parco (compreso il famoso “bagno di fango”) e le ore successive al grande evento (dichiarazione di “zona sinistrata”, ritorno a casa), il film resta una preziosa ed imprescindibile testimonianza di un periodo storico (la fine degli anni ’60), che sembrava potesse cambiare il mondo sull’onda del motto Love, peace and music. A posteriori, come detto, Woodstock, che sembrava porre le basi per questo “nuovo mondo”, non è altro che il canto del cigno del movimento Hippie, fagocitato subito dopo dal sistema capitalistico, l’industria discografica nella fattispecie, pronta a sfruttare l’enorme potenziale economico indotto dal Rock. A testimoniare la fine del “Flower power” anche i disordini che scoppiarono regolarmente in quasi tutti i grandi raduni successivi, un esempio per tutti l’Isola di Wight nel 1970.
50 anni Woodstock: il più leggendario festival di tutti i tempi festeggia 50 anni.
E‘ stato il culmine del movimento Flower-Power della cultura Hippie, ma anche il capolinea della speranza che con il Rock si potesse cambiare il mondo: il Festival di Woodstock, tre giorni di amore, pace e musica. Doveroso ricordare che a quei tempi gli Stati Uniti erano impegnati nella guerra del Vietnam e dovevano ancora assorbire lo choc per gli assassini di John e Robert Kennedy, di Malcom X e Martin Luther King e nel mondo era ancora fresca la rivolta del maggio ‘68. Il raduno ebbe inizio il 15 agosto 1969 con il cantante Folk Richie Havens (Freedom) e si concluse il 18 agosto quando il gruppo del geniale Jimi Hendrix rimandò sulla strada di casa gli spettatori con la sua Hey Joe. Tre giorni con tanta musica nel segno dell’amore e della pace su una superficie di 2,4 chilometri quadrati di un’area privata a Bethel nello stato di New York. Mezzo milione di appassionati si recarono all’evento, l’unico rimasto indimenticato fino ad oggi. Furono 32 tra gruppi e artisti solisti a calcare il palco, proponendo Folk, Rock, Psichedelia, Blues e Country music, tra i quali occorre ricordare il già citato Jimi Hendrix, i Ten Years After, Carlos Santana, i Canned Heat, i Greatful Dead, i Mountain, la Creedence Clearwater Revival, Janis Joplin e gli Who. Oltre a catturare la maggior parte dei gruppi e dei musicisti esibitisi durante la tre giorni (i Grateful Dead, “strafatti” e convinti di aver suonato male, hanno ottenuto che la loro “performance” non fosse inserita nel documentario), i momenti precedenti (l’arrivo della marea di gente, le colonne chilometriche di macchine variopinte, la reazione degli abitanti della zona), la vita all’interno del parco (compreso il famoso “bagno di fango”) e le ore successive al grande evento (dichiarazione di “zona sinistrata”, ritorno a casa), il film resta una preziosa ed imprescindibile testimonianza di un periodo storico (la fine degli anni ’60), che sembrava potesse cambiare il mondo sull’onda del motto Love, peace and music. A posteriori, come detto, Woodstock, che sembrava porre le basi per questo “nuovo mondo”, non è altro che il canto del cigno del movimento Hippie, fagocitato subito dopo dal sistema capitalistico, l’industria discografica nella fattispecie, pronta a sfruttare l’enorme potenziale economico indotto dal Rock. A testimoniare la fine del “Flower power” anche i disordini che scoppiarono regolarmente in quasi tutti i grandi raduni successivi, un esempio per tutti l’Isola di Wight nel 1970.
Info Evento
Venerdì 22 Febbraio 2019
dalle Ore 20
Indirizzo
GranRex
Piazza Grande
6600, Locarno
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