Sono nato, ma... Umarete wa mita keredo

SONO NATO, MA… / UMARETE WA MITA KEREDO, I WAS BORN, BUT… 1932
Sceneggiatura: Kogo Noda, da un romanzo di Komatsu Kitamura; fotografia: Hideo Shigehara.
Interpreti: Tatsuo Saito, Mitsuko Yoshikawa, Hideo Sugawara, Kozo Tokkan…
Bianco e nero, muto, didascalie t/f 90’

Periferia di Tokyo: due fratellini venerano il padre (Saito), impiegato rispettabile, ma il loro mito crolla quando lo vedono fare il buffone in un filmino girato per il divertimento del suo principale. Per protesta iniziano uno sciopero della fame, poi tutto rientra nella norma.
Dietro il tono grottesco tipico del primo Ozu, una parabola amara sull’immobilità delle gerarchie sociali e generazionali. Il film che sancì per Ozu il definitivo riconoscimento della critica, e con cui iniziò il suo lavoro di semplificazione della tecnica cinematografica.
(Il Mereghetti)
A proposito di questo film, il suo primo capolavoro, Ozu ha detto: «Volevo fare un film sui bambini, ma alla fine è diventato un film sugli adulti. Avevo l’intenzione di girare una piccola storia leggera e brillante, ma durante le riprese il film si è trasformato ed è diventato molto nero. La produzione non aveva previsto un film simile, era disorientata al punto di ritardarne l’uscita per due mesi».
Ozu mette in scena dei bambini che scoprono la duplicità dei rapporti nella società degli adulti. Poi suggerisce però che la loro innocenza non può prolungarsi indefinitamente. Più tardi Ozu capirà che una certa forma d’innocenza ritorna con l’età e celebrerà questo fatto in numerosi ritratti di vecchi capaci di conservare in questo mondo freddo una forma di purezza.
(Donald Ritchie)