LETTURE
“Come veri nativi et devoti sudditi”, di Graziano Tarilli
Testimonianze del periodo in cui, tra l’inizio del ‘500 e la fine del ‘700, il Ticino era governato dai landfogti - o balivi - inviati dai Cantoni d’Oltralpe, e di cui si scorgono ancora tracce su alcuni palazzi in cui si amministrava la giustizia

I territori che formano l’attuale Cantone Ticino, conquistati dagli svizzeri durante le guerre d’Italia, dagli albori del Cinquecento fino al 1798, anno in cui cadde l’Ancien Régime in Svizzera, furono sottoposti al dominio dei cantoni d’oltralpe e suddivisi in otto baliaggi, gli antenati dei distretti di oggi. Terre soggette, governate dai rappresentanti dei 12 cantoni sovrani, i landfogti o balivi, inviati a turno a meridione delle Alpi. La Confederazione non aveva un governo centrale, ma solo un’assemblea dei delegati cantonali con pochi poteri; perciò erano i cantoni a decidere, promettendo di rispettare gli statuti, le consuetudini locali e le forme di autogoverno. Testimonianze di questi tre secoli di sudditanza si scorgono qua e là sul territorio, come gli stemmi dei 12 cantoni e dei landfogti, dipinti su alcuni palazzi – ad esempio a Lottigna – in cui si amministrava la giustizia.

 

Il libro è disponibile per l’acquisto nelle librerie del Cantone e su www.fontanaedizioni.ch

 

Graziano Tarilli, “Come veri nativi et devoti sudditi” - Fontana Edizioni - 22 Fr.-

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