ha lanciato il referendum.Perché? Andando a ripescare le motivazioni elencate qualche mese fa, «una SA, nemmeno se proprietà totale del Comune, è obbligata per legge a valorizzare e accrescere il proprio capitale e non risponde più alla logica del servizio pubblico, del servizio ai cittadini», e dunque risponde alle logiche del profitto. «Questo significa, ad esempio, che le tariffe di gas e luce non potranno essere fissate in base ai bisogni, alle situazioni dei cittadini (ricorrendo quindi anche a criteri sociali), ma in base agli imperativi finanziari e di profitto della SA. Non potrebbe, in altre parole, favorire i cittadini/clienti/proprietari dell’azienda, se questa decisione comportasse un danno finanziario ed economico per l’azienda stessa (minori incassi)». Il Comune, a detta dei referendisti, «perde il controllo economico del patrimonio che passa alla SA. Potremmo arrivare al paradosso che il Comune, malgrado possa contare su utili della SA, non potrebbe utilizzarli per le altre attività comunali». E non escludono neppure un possibile cambio di proprietari, in futuro.Le stesse motivazioni erano state espresse dal Forum alternativo, guidato da