CRONACA
Dietro l'Audi gialla c'era una vera gang: compaesani e parenti, alloggiavano in un bed&breakfast. Un centinaio i furti messi a segno
La vicenda della vettura, rubata a un cittadino russo residente a Lugano all'aeroporto di Malpensa, fece scalpore, con un infinito inseguimento con la Polizia e manovre in contromano a velocità folle. A distanza di un anno, manette ai polsi a sei albanesi
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PADOVA – Ricordate l’Audi gialla? Impossibile scordare quella vicenda che agli appassionati potrà essere sembrata una sorta di Fast and Fourius… reale. Una vettura in fuga, con a bordo ladri spericolati, che hanno messo a segno pare un centinaio di colpi (34 quelli accertati, ma si sospetta siano molti di più, appunto), e hanno ingaggiato leggendari inseguimenti con la Polizia, andando a velocità folli, anche in contromano.

Alla fine, la vettura, con targhe ticinesi ma rubata all’aeroporto di Malpensa a un cittadino russo residente a Lugano, fu ritrovata bruciata in un campo. Fine della storia? Forse di quella che appassionava giorno dopo giorno sì, ma la Polizia italiana quasi un anno fa ha fermato il suo conducente, di nome Rama Vassili: si tratta di un personaggio definito dagli investigatori scaltro e di alto livello criminale e che aveva girato tra Italia, Francia e Germania, usando alias e documenti falsi, prima di tentare di fare ritorno in Albania, con alle spalle un paio di arresti in diverse regioni italiane. È stato preso appena superato il confine greco, mentre si recava a trovare i suoceri.

Negli scorsi giorni, le manette sono scattate ai polsi di altre sei persone, albanesi e provenienti tutte dallo stesso comune, Kruja, nei pressi di Durazzo. Sarebbero uniti da legami familiari, per esempio due sarebbero rispettivamente fratello e nipote di Vassili. Sceglievano una zona, e la battevano a tappeto, organizzati in due squadre da tre, facendo razzie in tutte le case che trovavano.

E che bottino: pare abbiano preso, nei mesi, gioielli, denaro contante, orologi e perfino delle pistole rubate a un brigadiere, prendendosi gioco delle vittime.

Avevano anche una base strategica, un bed&breakfast di Fontaniva, che permetteva loro di spostarsi agilmente e di seminare il terrore in tre province.

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