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Cronaca
25.01.2019 - 11:000

"Come far diminuire i NEET: non con l'obbligo di formazione a tutti i costi"

Dell'Ambrogio non concorda con Bertoli sull'obbligo di far studiare tutti sino a 18 anni e propone due alternative, una che premia chi forma apprendisti e una che tocca le prestazioni assistenziali di chi ha a carico figli che non studiano o lavorano

BELLINZONA - Mauro Dell’Ambrogio, ex segretario di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione, aveva già detto di non concordare con l’idea di Manuele Bertoli di estendere l’obbligo scolastico sino ai 18 anni. Su Opinione Liberale spiega il perché: bisogna aiutare i giovani a trovare lavoro, prima di pensare necessariamente al “pezzo di carta”.

“Stimo troppo Manuele Bertoli per credere che con la sua proposta abbia cercato solo consenso facile, o di creare posti di lavoro per docenti. Un merito gli va riconosciuto: ha spostato la discussione da un tema a ben vede-re marginale – la cesellatura di classi, livelli e modalità d’insegnamento nella Scuola Media – a un obiettivo prioritario: ridurre il numero di adolescenti che, fatto qualche tentativo a vuoto in scuole o tirocini, finiscono sul divano a carico”, osserva.

La Svizzera conta la percentuale di NEET, ovvero di giovani che non sono in formazione né lavorano tra i 16-24, 16-29 o 16-35 anni, più bassa d’Europa. Da noi sono il 5%, in altri paesi toccano anche il 25-30%, per Dell’Ambrogio merito delle politiche di formazione.

Come migliorare ancora? “Se il problema sta nella carenza di posti per apprendisti, privilegiare nelle procedure di appalto le imprese che li formano”, propone.

Oppure, “se invece il problema sta nella trasmissione in famiglia di mentalità parassitarie, si potrebbe escludere dal computo delle prestazioni assistenziali l’onere per figli a carico che non si formano né lavorano. Sicuramente più efficace che propinare multe. Una tale misura sarebbe considerata a sinistra uno smantellamento dello Stato sociale, come già fu negli anni ’90 la riforma della legge sulla disoccupazione, che tanti danni aveva fatto all’integrazione di giovani”.

Errato è, a suo avviso, puntare sul titolo a tutti i costi. “Focalizzare sull’obbligo di formazione mi pare burocratico e declamatorio”.

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