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Cronaca
06.02.2020 - 11:440

5mila anni e non sentirli. La pazzesca storia del tronco di quercia conservato grazie al...fango

Quel tronco, che ora è diventato una scultura, si è conservato proprio grazie al fango, che ne ha impedito il deterioramento, spiega Roland David, responsabile della Sezione forestale al Dipartimento del territorio

BELLINZONA – Incredibile! All’apparenza sembra un semplice tronco di quercia. In realtà è il tronco di un albero vissuto nelle foreste ticinesi 5'000 anni fa! Sì, avete capito bene: cinquemila anni fa. Forse in Leventina, forse nei boschi bleniesi. Quando queste terre non avevano nome, perché probabilmente nessun essere umano le aveva ancora percorse e nominate.

Anche se in alcune zone dell’attuale Ticino, come nella regione del Monte Generoso, sono state trovate tracce riconducibili alla presenza di ominidi di matrice Neandertal, vissuti tra i 40'000 e i 60'000 anni fa, all’epoca dei “grandi orsi”, i primi insediamenti umani accertati risalgono a 3'500 anni fa.

 Trascinato a valle dalla corrente dei fiumi, quel tronco antichissimo è rimasto sepolto per cinque millenni sotto una spessa coltre di fango, a Cresciano, non lontano dal corso del Ticino. E si è conservato perfettamente, come legno appena tagliato.

 Si è conservato proprio grazie al fango, che ne ha impedito il deterioramento, spiega a liberatv Roland David, responsabile della Sezione forestale al Dipartimento del territorio. Le analisi hanno consentito di datare l’epoca in cui da un seme di quercia nacque quell’albero: tremila anni prima di Cristo!

 Dell’eccezionale ritrovamento è stato testimone Tiziano Putelli, collega di David al Dipartimento.

Nella piana della Riviera, aggiunge il responsabile della Sezione forestale, nei secoli scorsi il Ticino tendeva a depositare materiale. Così, avvolto in una coltre di fango che l’ha preservato e protetto, il tronco di quell’albero, vissuto in pieno neolitico, nell’era in cui finiva la preistoria e iniziava la cosiddetta “protostoria”, ha potuto giungere fino a noi in condizioni perfette. Non legno fossile, ma legno “vivo”.

Non riusciamo nemmeno a immaginarci come fosse il mondo cinquemila anni fa. È come fare con la fantasia un salto in un tempo misterioso e indefinito. Sappiamo solo che in quell’epoca remota l’uomo usciva dall’età della pietra ed entrava in quella dei metalli, e nascevano le prime forme arcaiche di scrittura. Ma le grandi civiltà erano ancora allo stadio embrionale, e concentrate nel lontano Oriente, tra il Nilo, il Tigri, l’Eufrate, tra la Mesopotania, l’Egitto e la Cina.

Ecco, per dire che la quercia trovata a Cresciano è ancora più antica di quelle civiltà, del Codice di Hammurabi, delle piramidi, e perfino del biblico Mosè.

Ora il tronco è diventato una scultura esposta all’entrata del palazzo del Dipartimento del territorio a Bellinzona. L’ha realizzata su incarico di David l’artista Rolf Hürzeler, ex responsabile forestale del Patriziato di Ascona.

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