CRONACA
Cassis: "Siamo troppo lenti sulla terza dose"
Il presidente della Confederazione parla in vista delle decisioni che il Consiglio federale annuncerà domani
TIPRESS

BERNA – Per ora no, ma in futuro chissà… Tutto dipenderà dall’evoluzione del virus. Secondo il presidente della Confederazione Ignazio Cassis non si può escludere in modo categorico l’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19 e le sue ormai innumerevoli varianti. Intervistato dai quotidiani del gruppo Tamedia, l’ex medico cantonale ticinese ha ricordato che le vaccinazioni sono uno degli strumenti di maggior successo nella storia della medicina: “Grazie ad esse sono state debellate malattie gravi come il vaiolo e la poliomielite”.

 

Per Cassis l’obbligo non è al momento giustificato dalla situazione e sarebbe una misura sproporzionata, in quanto comporterebbe una forte restrizione della libertà personale. Ma se il numero di morti dovesse schizzare bruscamente alle stelle, si dovrebbe valutare la sua introduzione come risorsa estrema.

 

Nell’intervista, Cassis ha anche ammesso che in Svizzera le vaccinazioni di richiamo dovrebbero essere effettuate più velocemente e che il Consiglio federale – in vista delle decisioni che comunicherà domani - sta valutando attentamente ogni misura per arginare l’avanzata del virus, e terrà conto non soltanto degli aspetti sanitari ma anche anche dell’impatto sociale delle singole misure.

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