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24.10.2022 - 16:400
Aggiornamento: 29.10.2022 - 18:01

Corpi mutilati, cadaveri e abusi sui bambini: le raccapriccianti chat tra 700 tredicenni

L’analisi di diverse chat sui social ha portato alla segnalazione di sette adolescenti alla Procura per i minori. L’indagine è partita dalla denuncia di una madre. Il capo della Polizia postale Gabrielli: "Preoccupante assuefazione all'orrore"

PESCARA - Corpi mutilati, cadaveri, atti di crudeltà verso uomini e animali e persino foto di bambini vittime di abusi sessuali, oltre a immagini di Hitler e Mussolini. È il raccapricciante contenuto di cinque chat tra ragazzini tra i 13 e i 15 anni. In tutto 700 giovanissimi, che trascorrevano pomeriggi e serate scambiandosi immagini cruente su Whatsapp e Instagram.

L’indagine è partita dalla mamma di uno di essi, che, dopo aver scoperto quanto stava accadendo controllando il cellulare del figlio, si è rivolta al Servizio Emergenza Infanzia. Il ragazzo aveva infatti subito un’estorsione: in cambio di foto porno avrebbe dovuto ricambiare con immagini pedopornografiche. 

L’operazione, partita dal Centro operativo sicurezza cibernetica della polizia postale di Pescara, coordinata dalla procura per i minorenni dell'Aquila, e denominata “Poison“ (veleno), ha portato a segnalare sette adolescenti, tra cui una ragazzina, alla Procura per i minorenni per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico. Accertamenti sono in corso su altri 22 ragazzi, che si sarebbero però limitati all’invio dei “meme”, e sui loro genitori a Roma e in Campania, Lombardia e Puglia.

Le indagini si sono estese grazie all’intervento del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online del Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma, che rintraccia su gruppi social, oltre ai contenuti pedopornografici, anche stickers/meme di carattere zoofilo, necrofilo, scat, splatter, di violenza estrema, apologia del nazismo e del fascismo, atti sessuali estremi e mutilazioni, atti di crudeltà verso essere umani e animali.

Gli investigatori hanno minuziosamente analizzato oltre 85.000 messaggi in 5 diversi gruppi social, allo scopo di identificarne gli autori: immagini e video raccapriccianti di vittime innocenti il cui dolore, invece di scuotere le coscienze, è stato oggetto di scherno, divertimento e condivisione da parte del gruppo di adolescenti. 

"L'operazione di oggi ha confermato un fenomeno dilagante tra i giovanissimi, i quali, spesso, nei contesti social banalizzano eventi terribili del passato o mostrano assoluta indifferenza per violenze e stupri, anche nei confronti di bambini piccolissimi - scrive la polizia postale in un comunicato - A volte si assiste ad una gara a chi posta l'immagine più sprezzante o truculenta, al fine di stupire, all'insegna dell'esagerazione”.

A far rabbrividire, non solo la scarsa sensibilità dei ragazzi nei confronti di immagini cruente, ma anche la loro giovanissima età,. Il capo della polizia postale, Ivano Gabrielli, parla di “assuefazione all'orrore" e spiega che si sta cercando di capire se la diffusione di queste immagini raccapriccianti sia eventualmente orchestrata da individui adulti. E solleva un allarme sulla pericolosità dell’esposizione prolungata a immagini cruente: "Chi aderisce a queste chat lo fa in modo cosciente, per far parte del gruppo e dare prova di coraggio.  Ma è pericoloso, perché ciò abbassa la soglia critica dei ragazzi rispetto a quelli che sono episodi che possono essere vissuti nella vita reale”. 

Non sono esclusi provvedimenti con l'intervento dei servizi sociali a sostegno dei ragazzi e delle loro famiglie.

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