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11.09.2023 - 14:030
Aggiornamento: 15.09.2023 - 15:24

Soldi, messe e contrasti a Cademario. Chiesta la rimozione di don Burri

Il prete desidera ridurre le celebrazioni nel Comune, dove si alterna con un collega. Il Consiglio parrocchiale, in un periodo di forti spese, ha scelto di ridurgli il compenso, scatenando le sue ire. Ora spetterà alla Curia decidere cosa fare

CADEMARIO - CADEMARIO – A Cademario è scontro tra il Consiglio parrocchiale e il prete Don Pascal Burri: per il primo, il don guadagna troppo, soprattutto in una diocesi ritenuta povera e bisognosa di interventi costosi, e desidera anche ridurre le messe, per il prevosto invece ci sono ostacoli e incomprensioni da sempre. Intanto, don Burri è stato sospeso.

A raccontare la vicenda è La Regione. Il prete, amministratore coloniale della zona dell’Alto Malcantone, che comprende Cademario, Breno-Fescoggia, Arosio, Aranno, Miglieglia, Mugena e Vezio, da tempo vuole ridurre le messe, ritenendo che siano troppe. Ma a Cademario, fa notare il Consiglio, ne celebrava solo due al mese, alternandosi la domenica con Don Nicolas Bulian.

La questione è anche economica, perché don Burri percepisce 26mila franchi l’anno, don Bulian 50 franchi a messa. A Cademario bisognerà investire 800mila franchi per rifare il tetto della chiesa, da sommare a spese correnti. Dunque, si è deciso, visto quanto si dovrà spendere, di ridurre il compenso al prevosto, in relazione all’attività da lui davvero svolta nel Comune.

Come immaginabile, il prete ha reagito male, tanto che si è arrivati a chiedere di rimuoverlo. “Gli animi si sono scaldati quando al parroco è stata prospettata, come detto, la riduzione della congrua retribuzione in seguito alla riduzione delle celebrazioni. La sua risposta è stata molto autoritaria al limite dell’arroganza e della presunzione, ha sostenuto che non spetta a noi decidere, che "lo paga il vescovo" e che noi non abbiamo voce in capitolo. Da questo comportamento con cui per l’ennesima volta ha dimostrato un atteggiamento “poco pastorale”, la scelta drastica di chiedere alla Curia di sostituirlo, decisione comunicata al Municipio che si è espresso in nostro favore”, spiega al quotidiano il presidente del consiglio parrocchiale, Antonio Rezzonico.

La Curia dovrà a questo punto dire la sua sulla rimozione. Il Municipio si è schierato con il Consiglio, sia per la necessità di ridurre i costi e il rischio di dover chiudere la chiesa perché non sicura, sia perché “ci siamo trovati a dover gestire una serie di lamentele che vanno a toccare proprio il parroco, circa la riduzione delle messe da lui voluta e, in generale, su un atteggiamento e un modo di porsi, per così dire, poco piacevole con i fedeli, per cui ad oggi per la parrocchia di Cademario non è un valore aggiunto”, come ha detto il Municipale Lorenzo Forni. L’Esecutivo non pare rivolere il prete, e dal Consiglio temono anche che in caso di riconferma da parte della Curia, decida di tagliare il contributo di 30mila franchi alla parrocchia.

Differente, ovviamente, la posizione di don Burri. “Con la comunità non c’è nessun problema. Riguardo il consiglio parrocchiale, fin dal mio arrivo non sono mai riuscito a farmi accettare, anche se ci ho provato. Non c'è possibilità di collaborare con loro, ma questo, per quel che so, già da anni, anche per quanto riguarda i miei predecessori: vogliono gestire tutto, anche ciò che fa parte del ministero del prete. Essendo la crisi così grave e profonda, ho deciso io stesso di chiedere aiuto alla Curia diverse volte, di cui l'ultima due settimane fa”.

A suo dire, il Vescovo ha preso in mano la questione e dunque si arriverà presto a una decisione. Intanto, a Cademario alcune messe sono state celebrate da don Pierangelo Regazzi e don Simone Bernasconi, che ai tempi hanno esercitato proprio in quella parrocchia, e si sono messi a disposizione vista la lamentata mancanza di preti.

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