CRONACA
Tutte le bugie di Alessandro Impagnatiello a processo: "Ho avvelenato Giulia, ma non volevo farle del male"
Il killer si confessa: "Ho scoperto il numero di coltellate da un servizio televisivo. L'incontro a tre? Non volevo essere umiliato"

MILANO – "Sì, ho ucciso Giulia Tramontano e provocato l'interruzione della gravidanza". Alessandro Impagnatiello risponde così ai giudici nel giorno del processo per il femminicidio di Giulia Tramontano, avvenuto esattamente un anno fa. Il killer fornisce anche dettagli raccapriccianti del giorno del delitto e di quelli precedenti. "Intendo rispondere alle domande. Oggi sono lucido e consapevole".

Poi le domande nude e crude. Ha ucciso Giulia e occultato il cadavere? "Sì, la sera del 27 maggio", dice Impagnatiello senza lacrime sul volto. "Ho costruito un castello di bugie in cui io stesso sono annegato". A partire da quelle dette all'amante: "Le dicevo che sentivo Giulia per supportarla durante il periodo della gravidanza. Le avevo detto di non essere io il padre. Ho creato un falso test del Dna per mostrarlo all'amante e ho cambiato l'intestazione".

Il giorno del delitto, era stato pianificato un incontro a tre. "Non volevo essere umiliato. Tenevo al mio posto di lavoro". Poi la discussione con la fidanzata: "Giulia è entrata in casa e abbiamo discusso per un quarto d'ora senza toni accesi. In quel momento, non potevo più mentire. Mi disse che sarebbe scappata e che non avrei mai avuto notizie di mio figlio. Mi feci una doccia poi andai in cucina, dove c'era Giulia abbassata per prendere qualcosa da un cassetto. Trovai un coltello e mi posizionai alle sue spalle in attesa che si rialzasse. L'ho colpita". Una pausa e poi il raccconto: "La colpii al collo. Quante coltellate? Non lo so, l'ho saputo da un servizio televisivo. Ha tentato di difendersi? Non c'è stata occasione. Dopo averla uccisa, tentai di fare sparire il corpo cercando di dare fuoco al cadavere nella vasca da bagno".

E ancora: "Era come se una parte di me cercasse aiuto, di essere vista da qualcuno". Per indurre l'aborto, Impagnatiello ha "utilizzato del veleno di proposito, nel sonno mentre Giulia dormiva. Ma non volevo farle del male". I giudici hanno chiesto all'imputato di spiegare anche le ricerche su internet e sui motori di ricerca "come uccidere un feto, veleno topi incinta, quanto veleno per topi necessario per uccidere una persona". 

 

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