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04.10.2015 - 16:220
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Bertoli contro Gobbi, «si spara alla schiena dei nostri negoziatori»

Il ministro socialista accusa Gobbi di creare confusione sulle trattative fra Svizzera e Italia

BELLINZONA – È scontro aperto fra Norman Gobbi e Manuele Bertoli. Dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio di Stato alla NZZ, il ministro socialista non le manda a dire. «Si spara alla schiena dei nostri negoziatori che stanno trattando con l'Italia», dichiara senza mezzi termini Bertoli. «Mi preoccupano i segnali cacofonici che il governo sta mandando all'esterno, verso l'opinione pubblica e verso la Confederazione», continua il socialista. «Non va dimenticato che quando nel 2012 abbiamo deciso di sbloccare i ristorni delle imposte dei frontalieri per far ripartire la trattativa con l'Italia, avevamo prioritariamente due obiettivi: il primo era eliminare l'agevolazione fiscale di cui beneficiavano i lavoratori d'oltreconfine, grazie alle differenti aliquote tra Italia e il nostro cantone, e questo obiettivo è stato raggiunto; il secondo era di trattenere in Ticino una quota maggiore dei proventi di questa imposizione, e anche questo obiettivo è stato centrato. Ora improvvisamente il presidente del governo afferma che bisogna abbandonare la trattativa con l'Italia, mettendo in relazione diretta questioni che attengono non ai negoziati con Roma, bensì ai rapporti tra la Svizzera e l'Unione europea». Anche sull’obbligo di presentare il casellario giudiziale Bertoli prende le distanze. «Roma, a torto o a ragione, ha protestato contro l'obbligo per i frontalieri di presentare l'estratto del casellario giudiziale e dei carichi pendenti, mettendo, però, in rapporto diretto un problema che non ha niente a che vedere con la revisione del vecchio accordo sul frontalierato». E precisa, «personalmente non ho nulla contro l'estratto del casellario, sono invece perplesso su quello dei carichi pendenti, perché non rispetta il principio della presunzione d'innocenza. Fatto sta che l'iniziativa di Gobbi, la cui fondatezza giuridica è molto discussa, si è concretizzata mentre era in corso un negoziato già di per sé delicato e che per questo ha subito un rallentamento. Non vorrei che l'idea di abbandonare il negoziato sia stata proposta proprio per non dover fare marcia indietro sull'obbligo di presentare l'estratto del casellario giudiziale». Secondo Bertoli «si mescolano assieme problemi diversi o che sono solo in parte connessi tra di loro, per cui i cittadini non capiscono di cosa si sta parlando. Se ci si accorge solo ora che l'Italia col nuovo accordo su frontalieri incasserà di più, o non si conosceva a fondo questo tema, oppure si è in malafede. Va ricordato, che siamo stati noi ad insistere per rivedere il trattato sui frontalieri per cercare di contenere il dumping salariale».
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