«Non me lo aspettavo, sono deluso e rammaricato. Col gruppo parlamentare si lavorava, ci sono delle scelte, come i candidati a Lugano, fatte negli ultimi tempi che non ho condiviso. Ma capita in tutte le famiglie. Nessuno mi si è messo di traverso per quello, comunque. L'accusa che mi dà più fastidio è il fatto che si dica che non faccio niente: al gruppo ho sempre partecipato, nessuno mi può rimproverare per quanto concerne il lavoro commissionale. Le strutture di partito sono fatte, ci sono un coordinatore e un capogruppo, la coordinatrice è addirittura una deputata per cui dire che la comunicazione non passa mi sembra eccessivo, quando alle riunioni del gruppo sono presente a entrambe. E non sono l'unico che non va al comitato cantonale, non è un obbligo, abbiamo già abbastanza da fare. La scelta è stata fatta in contumacia, non so se con la mia presenza sarebbe cambiato qualcosa, ma il diritto di essere ascoltato dovrebbe essere normale, dalla bocciofila in su».