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26.04.2016 - 19:480
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Tasse, tasse e ancora tasse!», all'UDC la manovra non piace

L'UDC delusa dalla manovra di rientro presentata dal Consiglio di Stato, «è l'ennesima stangata»

BELLINZONA - All'UDC Ticino la proposta di rientro da 180 milioni decisamente non piace. «Purtroppo, le preoccupazioni che la tanto esacerbata manovra fosse l’ennesima mazzata per i ticinesi, hanno trovato conferma con la presentazione al pubblico del documento», si legge in un comunicato stampa diramato in serata. «Comprendiamo che l’esercizio di far rientrare i conti dopo anni di “gestione allegra” sia tutt’altro che facile, ma il fatto è che, in sintesi, la manovra prevede più di 50 milioni l’anno di maggiori tasse a carico dei ticinesi, contro soli 35 milioni di contenimento delle spese, spese che globalmente tendono comunque ad aumentare. All’aumento dei valori di stima che andrà a colpire i proprietari di immobili, si aggiungono molte altre tasse per cercare di arginare la voragine creata da una spesa eccessivamente alta», spiega il partito di Piero Marchesi. «Il riallineamento – eufemismo per “aumento” - delle imposte di circolazione e l’adeguamento delle deduzioni chilometriche per uso del veicolo privato dal domicilio al luogo di lavoro, vanno poi a colpire in particolare la già super-tartassata categoria degli automobilisti. E non dimentichiamo che, nemmeno un anno fa, ben il 67 percento dei ticinesi votanti ha detto "no" all’aumento della tassa di circolazione: e oggi si pretende di aggirare la peraltro chiara volontà popolare con un’acrobazia semantica (riallineamento)?». «Le misure volte a ridimensionare e adattare ai tempi odierni l’amministrazione porteranno benefici solamente nell’ordine di circa 10 mio l’anno», incalza la nota. «L’UDC si è sempre opposta a degli aumenti ingiustificati di tasse e imposte che hanno l’unico scopo di permettere allo Stato di mantenere, se non aumentare, la spesa pubblica. Riteniamo che i margini di manovra per ridurre l’impatto della spesa siano molto, ma molto più importanti. Basti pensare al potenziale di risparmio generato dai pensionamenti dei dipendenti pubblici – si stima che nei prossimi 5 anni quasi 1'000 dipendenti pubblici termineranno la propria carriera – che si attesta a un massimo di 120 milioni l’anno. L’occasione dovrebbe essere propizia per approfittare di questa opportunità per valutare attentamente quali profili potranno non essere rinnovati e quali potranno invece essere rinnovati con risorse interne». L’UDC si dichiara quindi delusa del progetto governativo in quanto «è l’ennesima stangata, in modo particolare per il ceto medio, e perché agisce in modo eccessivo sulle entrate, relegando la diminuzione delle uscite a tema quasi da dimenticare».
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