«Il problema non è che si chiede troppo agli studenti, il problema è che non si danno a tutti gli stessi strumenti per poter rispondere alle esigenze della scuola: oggi chi si può permettere lezioni private, chi ha dei genitori che hanno studiato e li possono aiutare nello studio, chi ha accesso a una maggior offerta cultura è oggettivamente avvantaggiato rispetto a chi non ha queste possibilità (ottenendo peraltro maggiori garanzie di trovare un'occupazione dignitosa al termine della propria formazione). La scuola (e lo Stato) a questo punto dovrebbe subentrare e sostenere quelle famiglie che non hanno risorse per garantire un background culturale di questo tipo. D'altra parte, il padronato non aiuta certo i giovani nel trovare un'occupazione al termine della propria formazione. Si richiedono sempre esperienza, flessibilità, disponibilità ad accettare salari nettamente insufficienti. Nella maggior parte dei casi, non si entra nemmeno nel merito di un'assunzione. Il risultato? Secondo il DFE, solo tra il 2014 e il 2015, il tasso di disoccupazione giovanile è salita al 17%!»