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08.09.2016 - 17:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Per lo Stato, i suoi dipendenti sono solo un salvadanaio»

L'OCST critica il Governo. «Gestisce i propri impiegati come una pura spesa o addirittura una fonte di guadagno, come possono garantire un buon servizio?»

BELLINZONA - «In un momento di difficoltà economica e nella necessità di attuare riforme strutturali che permettano di razionalizzare la gestione dei servizi resi alla popolazione, sono proprio le risorse umane che possono fare la differenza, ma unicamente se vengono valorizzate e messe nelle condizioni di poter fornire un servizio con efficienza ed efficacia», comincia così un comunicato dell'OCST, a firma di Lorenzo Jelmini, che non è per nulla soddisfatto del trattamento riservato dal Governo agli impiegati statali. «Gestisce il proprio personale solo come un fattore di spesa o, peggio ancora, una possibile fonte di guadagno! È quanto sta avvenendo con il rinnovo della Legge Stipendi, un progetto del quale il Consiglio di Stato pare non aver colto l’importanza malgrado sia l’unica misura strutturale nella politica del personale degli ultimi decenni! Purtroppo, nonostante l’impegno e la disponibilità che riconosciamo alla Sezione delle Risorse Umane, è da attribuire al Governo la mancanza di trasparenza e di condivisione nella definizione delle funzioni e questo rende impossibile dare una valutazione e sostenere con convinzione questo progetto», prosegue infatti la nota, che parla di sospetto fra i collaboratori, che non hanno ancora idea di come sono state ponderate le varie funzioni, a 4 mesi dall'entrata in vigore della Legge. Anche il fatto dei posteggi non piace per nulla al sindacato. «L'ultima assurda decisione di aumentare i parcheggi la dice lunga su come il personale dello Stato rimane per il Governo un interessante salvadanaio e niente più! Sia chiaro, non vogliamo garantire corsie preferenziali per i dipendenti dello Stato, ma qui qualcosa non quadra! La legge prevede che un’azienda con più di 50 parcheggi paghi allo Stato una tassa e può avere una sua logica, benché da noi non condivisa, che questa tassa venga messa a carico dei dipendenti. Ma per quale incredibile logica, se non quella di fare cassetta sulle spalle del proprio personale, il Governo ha deciso di far pagare una tassa che lui non deve pagare? A meno che non si voglia sostenere che lo Stato imponga a se stesso una tassa…» L'augurio è che l'effetto sospensivo del Tribunale Federale sulla tassa di collegamento serva, ma «fino a quando non si uscirà dal circolo vizioso di una gestione del personale improntata unicamente sul risparmio e addirittura su prelievi ingiustificati a carico dei collaboratori, sarà molto difficile poter contare sul proprio personale per migliorare la situazione e garantire in tempi difficili un servizio di qualità a favore della popolazione!», profetizza OCST.
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