Sul caso, dopo quello che aveva detto al nostro portale alcuni giornio fa (vedi suggeriti), la deputata ha scritto un post social, ricordando gli scopi della marcia, e sottolineando: “ricordo però che prima di essere una "politica" sono una persona, che mi occupo di migrazione da quindici anni, che "la vetrina" spesso aiuta a trovare soluzioni che non sarebbe possibile trovare altrimenti, che talvolta purtroppo è necessario parlare di cosa avviene, perchè ciò che non è raccontato non esiste, che mentre qui si parla della mancata accoglienza ci sono migliaia di persone che sopravivono in condizioni disumane nelle carceri libiche, nei campi di Turchia, Giordania, Libano e Grecia, che in Svizzera esistono 33 centri di detenzione amministrativa in cui possono essere richiuse, fino a 18 mesi, persone la cui sola colpa è quella di non aver lasciato il territorio svizzero dopo una decisione negativa”. Infatti sente un ostracismo verso la sua figura, e invita i media a parlare, più che di lei, delle storie di queste persone.