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19.12.2016 - 15:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Un premio per Bosia Mirra. «Aiutare le persone bisognose è necessario, continuiamo!»

Insieme a Don Giusto, la deputata socialista si aggiudica il premio "Alpes ouvertes". «A Como la situazione rimane difficile. I minori non accompagnati al centro sono 270»

YALOVA (TURICHIA) - Un premio per Lisa Bosia Mirra, e subito la polemica si infiamma. Un riconoscimento per la passatrice, dice qualcuno. La deputata PS si è vista attribuire il premio svizzero "Alpes ouvertes", assieme a Don Giusto della Valle di Como, per l'impegno a favore dei migranti, in particolar modo quelli da mesi accampati alla stazione di Como. Come si ricorderà, Bosia Mirra era stata fermata alla frontiera qualche mese fa poiché aiutava dei migranti a entrare illegalmente in Svizzera. Aveva ammesso poi che quella non era la prima volta. In diversi avevano chiesto le sue dimissioni dal Gran Consiglio, che la deputata non ha mai presentato, e anche per quanto concerne il procedimento penale a suo carico, per il momento tutto tace. Intanto Lisa Bosia Mirra ha continuato a occuparsi delle sue opere umanitarie, e oggi riceve 12 mila franchi «per aver fornito regolarmente pasti caldi ai rifugiati nel parco di Como con l’aiuto dei volontari della sua associazione Firdaus e per aver documentato la cacciata dei profughi ed averli accompagnati alla frontiera italo-svizzera». In questo momento, Bosia Mirra si trova in Turchia, e lì l'abbiamo raggiunta per un commento a caldo sul premio. «È un riconoscimento al lavoro fatto dall'associazione durante l'estate, lo ricevo io ma è attribuito a tutti i volontari che si sono impegnati nel preparare dei pasti caldi. Significa che portare aiuto alle persone bisognose è necessario e che dobbiamo continuare a farlo, non per nulla sono adesso in Turchia per il progetto alle famiglie aramaiche che si trovano qui da quasi tre anni». Ne abbiamo approfittato anche per chiederle com'è la situazione a Como, dopo che i riflettori mediatici sono decisamente meno puntati sul dramma migranti. «È molto difficile, ogni notte ci sono persone che dormono all'addiaccio. Il fatto che nel centro di Via Teodolinda ci siano così tanti minori non accompagnati, oltre 270, indica che la prassi non è cambiata e che vengono tutt'ora rinviate molte persone vulnerabili». Per citare qualche numero, nella notte fra sabato e domenica, per strada vi erano 82 migranti, tra cui un minore, che vanno ad aggiungersi agli altri senza fissa dimora.
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