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10.12.2019 - 11:020

La destra ci riprova: "Blocchiamo i ristorni. Non sembra esserci l'intenzione da parte dell'Italia di firmare"

Galeazzi e Bignasca in una mozione bis: Lo sblocco del versamento avverrà al momento della sottoscrizione da parte delle Istituzioni italiane dell'accordo parafato dai ministri delle finanze di Svizzera e Italia nell‘oramai lontano 2015

BELLINZONA – Come ogni anno, la destra ci riprova e chiede al Governo di bloccare "l'intero pagamento dei ristorni relativi all'anno 2019 e anni a venire, versando l'ammontare complessivo su un apposito conto vincolato presso la Banca dello Stato della Repubblica del Canton Ticino. Lo sblocco del versamento avverrà al momento della sottoscrizione da parte delle Istituzioni italiane dell'accordo parafato dai ministri delle finanze di Svizzera e Italia nell‘oramai lontano 2015“.

La mozione bis porta la firma di Tiziano Galeazzi per l’UDC e di Boris Bignasca per la Lega, e spiega come ancora una volta non sia cambiato niente. A stabilire che i ristorni debbano essere versari è l’Accordo del 1974. "Il 30 giugno 2011, il Consiglio di Stato del Canton Ticino decise di congelare su un conto vincolato presso la Banca dello Stato della Repubblica del Cantone Ticino, la metà del ristorno dei frontalieri relativo all'anno 2010 e ciò «fino al momento in cui la Confederazione aprirà i negoziati riguardanti: 

a. la stipulazione di un accordo sulla fiscalità basato sul principio dello scambio di informazioni su richiesta, secondo gli standard dell'OCSE;

b. l'accoglimento del principio di reciprocità e la riduzione del ristorno nell'ambito dell'Accordo.”

Il 22 dicembre 2015, i responsabili delle finanze di Svizzera e Italia, Eveline Widmer-Schlumpf e Pier Carlo Padoan, hanno parafato il nuovo accordo fiscale fra i due Paesi che rivede il sistema d'imposizione dei lavoratori frontalieri“, scrivono i due deputati.

Ma siamo ancora fermi: "Dopo lunghi anni di discussioni, anche pretestuose come quella legata al casellario giudiziale, l'accordo tuttavia non è stato ancora né sottoscritto dal Governo italiano né ratificato dal Parlamento. A otto anni di distanza da quel congelamento dei versamenti e a quattro anni di attesa dalla parafatura dell'accordo, gli obiettivi dei negoziati sono totalmente disattesi. Cambiano i Governi italiani ma nessuno sembrerebbe intenzionato a trattare seriamente la questione“.

"Il riversamento all'Italia da parte del Canton Ticino è rimasto del 38.8% del gettito di tutte le imposte alla fonte dei frontalieri. L'incertezza in merito alla reale volontà di sottoscrivere l'accordo da parte del Governo italiano è testimoniata dalla continua cortina fumogena alzata attorno a questa sottoscrizione e dalle dichiarazioni di parlamentari che non esitano a definire l'accordo pari a una lettera morta“, terminano i due granconsiglieri.

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