POLITICA
Gobbi: "Gli insulti agli agenti sono un segnale di intolleranza verso lo Stato"
Il Consigliere di Stato ha inviato una lettera a diversi enti chiedendo di rimuovere e cancellare adesivi e scritte che prendono di mira la Polizia, a partire dal famoso ACAB. "Una situazione che mi preoccupa"

BELLINZONA - Un insulto e un attacco diretto alle istituzioni, non solo alla Polizia. Norman Gobbi in una missiva inviata ai comuni, alle aziende di distribuzione, alle aziende di telecomunicazione, alle aziende di trasporto pubblico, all’Ufficio federale delle strade (USTRA), alla Sezione della logistica del Cantone e alla Divisione cantonale delle costruzioni ha lanciato l'offensiva contro qualsiasi tipologia di scritta o adesivo che vada a colpire la Polizia, in particolar modo l'acronimo ACAB (che significa letteralmente "tutti i poliziotti sono bast---i").

Il MInistro chiede tolleranza zero e di rimuovere e cancellare ogni traccia di denigrazione alle forze dell'ordine. "Queste manifestazioni di odio pubblico nei confronti delle tutrici e dei tutori della legge e dell'ordine pubblico sono negativi e non vanno sottovalutati. Annualmente il numero di aggressioni verbali e fisiche nei confronti delle e degli agenti di polizia è elevato, e negli ultimi anni si è riscontrato un aumento delle aggressioni fisiche, ma non solo nei loro confronti. Questa situazione mi preoccupa come Direttore del Dipartimento delle istituzioni poiché gli agenti sono la figura professionale che maggiormente - nell'opinione pubblica ricopre il ruolo di “rappresentante dello Stato", scrive.

"Tutti siamo chiamati a difendere lo stato", prosegue, "ne va della credibilità delle istituzioni stesse che gli agenti di Polizia sono chiamati a rappresentare dinnanzi alla popolazione".

“Tollerare ad oltranza gli insulti gratuiti nei confronti delle forze dell’ordine sarebbe rendersi complici di una manifestazione di intolleranza verso lo Stato e le sue istituzioni", si legge ancora nella lettera, che termina con: "Come dicevo all’inizio, è tempo e ora di intervenire, perché continuare a chiudere gli occhi è pericoloso. In molti mi hanno manifestato solidarietà nei confronti degli agenti e del loro delicato lavoro. La Polizia, per fortuna e grazie all’impegno delle donne e degli uomini che portano la divisa, gode di un’ottima reputazione in Ticino. È proprio per questo motivo che bisogna intervenire”.

La richiesta è dunque quella di cancellare queste scritte, con una azione capillare su tutto il cantone da parte chi ha la possibilità di farlo: ne va della tutela dello stato. 

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