POLITICA
Dopo la zuffa. "Mi scuso per la frase, ma gli agenti non distinguono i parlamentari e le persone pericolose..."
Michael Graber, coinvolto assieme a Aeschi nello scontro fisico con un poliziotto della FedPol sulle scale di Palazzo Federale, fa marcia indietro su alcune dichiarazioni. "La vera anomalia di giornata però è stato il dispositivo di sicurezza"
Un momento del video di nau.ch

BERNA - Dopo lo scontro fisico tra un agente della Fedpol e Thomas Aeschi, il collega di partito Michael Graber, anch'egli coinvolto nella rissa sfiorata, aveva rivolto pesanti accuse al poliziotto. "MI ha detto di aver eseguito gli ordini, gli ho risposto che sarebbe stato il primo a farlo anche con quelli di Hitler", aveva dichiarato ai media

Parole forti di cui, a un paio di giorni dai fatti, si è scusato, affermando che le sue parole erano dettate dalla foga del momento (è stato accusato dal PS di sminuire l'Olocausto). Non cambia però idea per quanto concerne le misure di sicurezza adottate per la visita del numero 2 ucraino Stefanchuk: a suo avviso, non avrebbero dovuto ostacolare il lavoro dei parlamentari.

Il blocco delle scale mentre Stefanchuk posava col presidente del Consiglio agli Stati e con quello del Consiglio Nazionale davanti alla statua dei tre Confederati per la foto di rito ha infatti secondo lui reso difficoltoso arrivare in aula, facendo perdere una votazione ad alcuni deputati, poichè l'alternativa dell'ascensore faceva perdere tempo. Peraltro, sostiene, non era stata preavvisata.

"La vera anomalia della giornata è stata proprio il dispositivo di sicurezza, con la polizia armata di mitragliatrici cariche sulle scale che non distingue tra parlamentari democraticamente eletti e persone che potrebbero rappresentare un pericolo", sono le sue dichiarazioni al Blick. "Trovo discutibile che si crei una minaccia invitando ospiti durante una sessione parlamentare", rendendo di fatto Palazzo Federale non sicuro.

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