SANITÀ
Defibrillatori sui treni ad alta percorrenza? "Per le FFS, sulle nostre tratte non era prioritario". Mentre settimana scorsa una serie di fortunate circostanze ha evitato la tragedia...
Un uomo ha subito un arresto cardiaco su un Euro City diretto a Milano. Per fortuna, a bordo c'era un dipendente del Cardiocentro che lo ha soccorso, e alla stazione di Melide un gruppo di sanitari è intervenuto col defibrillatore. Ma se fosse successo in galleria? Regazzi aveva già sollevato la questione
MELIDE – La fortuna nella… sfortuna. Un uomo, circa una settimana fa, si è sentito male su un Euro City diretto a Milano. Poco dopo la fermata di Paradiso, infatti, ha avuto un arresto cardiaco.

Cosa fare? Nel panico generale, la sorte è stata benigna, poiché a bordo c’era un dipendente del Cardiocentro, che ha preso in mano la situazione, come racconta liberatv.ch, e lo ha soccorso con un massaggio cardiaco. Altri viaggiatori hanno tirato il freno d’emergenza, facendo fermare il treno alla stazione successiva, quella di Melide.

Qui, ecco la seconda coincidenza fortunata. Ovvero, un gruppo di sanitari delle FFS si trovava in zona, e si è incaricato di rianimare l’uomo col defibrillatore.

Già, il defibrillatore. Perché non era sul treno, a portata di mano? Anni fa, si era nel 2016, Fabio Regazzi aveva sottoposto la problematica al Consiglio Federale, e lo stesso pipidino, leggendo la notizia, ha commentato: “sul tema di dotare i treni sulla tratta nord-sud di defibrillatori avevo già presentato un atto parlamentare nel 2016, ma purtroppo è rimasto lettera morta. Quel che temevo si è avverato anche se questa volta c'è stato un lieto fine. Mi auguro che le FFS prendano ora sul serio l'importanza di dotare almeno i treni a lunga percorrenza di defibrillatori”.

Infatti, poteva accadere un tragedia. Per una serie di fortuite e fortunate circostanze, è andata bene. Ma se così non fosse stato? Se si fosse dentro la galleria di AlpTransit, dove il treno non può fermarsi prima di una mez’ora? Problematiche di cui è conscio il direttore della Fondazione Ticino Cuore Claudio Benvenut, che sempre a liberatv.ch ha detto che “è un tema a cui teniamo moltissimo. In tempi non sospetti abbiamo proposto alle FFS l’introduzione dell’apparecchio anche sulle tratte nord-sud. Ci hanno risposto che la questione non era prioritaria e che stavano già apportando alcune modifiche sui convogli oltre Gottardo”. Insomma, non una risposta molto convincente…

Sottolinea come in Ticino si sta insistendo molto sulla formazione, per far sì che sempre più persone sappiano cosa fare in un caso del genere, e che quindi su quel treno poteva trovarsi anche qualcun altro in grado di soccorrere l’uomo, che intanto sta migliorando. Ma con un defibrillatore, le possibilità di sopravvivenza aumentano del 55%. FFS, ti sembra poco?

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