, aveva preso posizione, manifestando la sua intenzione di rimanere e attaccando pesantemente il suo partito, che avrebbe avuto un'ennesima reazione di pancia. «La RSI e la SSR sono in difficoltà come il resto del panorama radiotelevisivo di servizio pubblico d’Europa, degli altri continenti e come molte aziende di tutto il mondo. Allora abbandoniamo la nave, scelta davvero coraggiosa! Se poi risulta essere una scusa per non aver saputo piegare la radiotelevisione di stato a squallide volontà partitiche come se la RSI fosse un‘azienda di regime allora ogni limite è stato davvero superato».«Volete un Ticino libero e indipendente e allora dichiarate guerra alla RSI, la radiotelevisione libera e pluralista ci rende liberi e non prigionieri, se volete pilotarla a vostra discrezione non avete capito nulla di concessione e servizio pubblico- ha proseguito nel suo comunicato - I conti non tornano più, non per colpa dei rossi o dei neri ma perché la congiuntura ci sta giocando contro, servono capacità manageriali, senso del contenimento della spesa in chiave indolore e amore per il pubblico svizzero italiano che non ci ha mai voltato le spalle». Seppur indignato e deluso dalla "sua" Lega, Besomi manterrà dunque il suo posto.