POLITICA
«Tutti i mali sono colpa del Mattino? È Davide contro Golia...»
De Weck aveva attaccato il Mattino della Domenica definendolo un "giornalaccio", arrivano le repliche di Lorenzo Quadri e Boris Bignasca
LUGANO - Roger De Weck, direttore della SSR, nell'intervista di questa mattina al Giornale del Popolo, si era detto sorpreso degli attacchi che il Ticino riserva alla RSI, additando in particolare il Mattino della Domenica, definito un "giornalaccio".Non si sono fatte attendere le repliche leghiste. Il direttore del settimanale Lorenzo Quadri si chiede «quindi il Mattino mette in difficoltà una TV da 240 milioni di franchi pubblici?»«Se un domenicale con risorse lillipuziane è in grado di mettere in difficoltà una TV statale con 1200 dipendenti e che incassa 240 milioni di canone dai cittadini, compresi i lettori dell’odiato Mattino (a cui si aggiungono le entrate pubblicitarie con cui la SSR fa dumping ai giornali e alle emittenti private) forse, caro De Weck, il problema sta dalle vostre parti», attacca sul Mattinoline. «Se tu non hai lezioni da prendere dal Mattino, nemmeno il Mattino prende lezioni da te e dai tuoi strapagati tirapiedi».Gli fa eco su Facebook Boris Bignasca, affermando che De Weck dà la colpa di tutti i mali al Mattino. E rivolge poi dieci domande al direttore, partendo da «come fa un giornale, che esce solo una volta a settimana, con due giornalisti e qualche dipendente a mettere in scacco un emittente con 250 milioni di budget, 180 giornalisti e oltre 1'200 dipendenti? Sembra la storia di Davide contro Golia...», fino a chiedere il perché della segretezza degli stipendi dei vertici e se è vero che Maurizio Canetta guadagna 400mila franchi. Poi le domande vertono sui frontalieri e sul loro numero anche nelle le ditte in outsourcing a cui la RSI appalta molti lavori, sui "doppi stipendi", sul numero di cameramen che lavorano in modo fisso a Comano, sulla disaffezione dei ticinesi per la RSI fino a toccare la mancata informazione sui fatti di Colonia. «È stato un esempio di stile attaccare il Mattino proprio nell'anniversario della morte di Giuliano Bignasca?», domanda infine Bignasca.
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