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15.07.2016 - 17:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Il Consiglio di Stato non ha il coraggio di prendere ai ricchi. È debole coi forti e forte coi deboli»

USS attacca i ventilati sgravi fiscali per i redditi alti. «Dal fresco dell'albergo con piscina potevano uscire idee migliori». E invita a sostenere il referendum contro la Riforma III delle imprese

BELLINZONA - L'Unione sindacale svizzera - Ticino e Moesa si scaglia letteralmente contro il Governo e la sua ventilata politica di sgravi per i ricchi. «Il Consiglio di Stato ritorna dalla seduta di clausura proponendo ricette vecchie e colpevoli di aver prodotto un Ticino fatto di disuguaglianza e bassi salari. Ci si poteva aspettare maggior ispirazione dalla due giorni di riflessione al fresco dell’albergo con piscina», non manca l'ironia nella nota. Invece, «se ne esce con il ritornello degli sgravi fiscali per i benestanti e con la riduzione delle aliquote sull’utile delle aziende. Nulla trapela su dove verranno reperiti gli introiti mancanti. Non è difficile immaginarlo: il ceto medio-basso pagherà, ancora una volta a suon di tagli, i regali fatti ai privilegiati». Il Governo viene accusato di poco coraggio. «Il Ticino ha un’enorme problema di disuguaglianza e salari indegni ma il modello economico che si vuole riprodurre in eterno è quello liberista: deboli con i forti e facoltosi contribuenti ma forti con chi subisce le conseguenti politiche di austerità. La povertà di questo Cantone è anche il risultato del deliberato svuotamento delle casse pubbliche. I milionari non hanno bisogno di aiuto, chi vive al limite della miseria invece sì. Allora le possibilità sono due: sostenere politiche sociali di lotta all’impoverimento, finanziandole adeguatamente, oppure far finta di non vedere senza importunare i grandi capitali. Il Governo sembra aver deciso per questa facile soluzione. Non abbiamo un Consiglio di Stato con il coraggio di prendere i soldi a chi ne possiede di più per usarli a favore di tutti», prosegue il sindacato del presidente Graziano Pestoni. Come se non bastasse, «il responsabile delle finanze cantonali evoca l’introduzione della pessima Riforma III delle imprese come un dato di fatto, dimenticando che è in corso la raccolta firme a livello federale per bloccare l’ennesimo favore ad esclusivo vantaggio degli azionisti. Questa logica fiscale alimenta la concorrenza al ribasso fra cantoni, mentre la gente comune non ne trae nessun beneficio. L’idea del Consiglio di Stato significa regali fiscali a pioggia, incluse quelle aziende che pagano salari da fame, inaccettabili per poter vivere in questo Cantone. Come negli ultimi vent’anni, lo scenario che si prospetta è quello di un Cantone che vuole attirare capannoni e ville di lusso. Si tratta di politiche che creano un Ticino e una Svizzera per pochi, dove il 2% dei più ricchi tra la popolazione possiede tanto quanto il 98% di tutti gli altri». USS invita dunque a sostenere il referendum contro la RIFORMA III.
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