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05.06.2017 - 14:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Mandati diretti, ancora loro, ancora al DSS. Un'associazione accusa, "avete dato un lavoro alla Caritas senza prenderci in considerazione"

A rivelare di essere stati interpellati dal Cantone in merito al vestiario per i richiedenti l'asilo per poi vedersi preferire la Caritas è un'associazione chiamata DaRe-Diritto a Restare

BELLINZONA – Un altro mandato diretto finisce sotto le luci dei riflettori, e si tratta ancora una volta di uno assegnato nell’ambito dell’accoglienza ai richiedenti l’asilo.

Caritas avrebbe infatti ottenuto senza concorso il coordinamento dei volontari del settore. A svelarlo è, in una nota inviata alle redazioni, una società che opera nel volontariato coi profughi da alcuni anni, la DaRe-Diritto a Restare.

Ecco la sua versione: "Due mesi fa, dopo aver annunciato a tutte le pensioni e protezioni civili che i buoni di 50 franchi per richiedenti l’asilo per acquistare vestiti presso la Caritas e la Croce Rossa non erano più validi, la caposezione del Servizio richiedenti l’asilo dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento Carmela Fiorini ha chiesto alla nostra associazione di presentare un progetto per coprire tutte le richieste di vestiario provenienti dalle 17 strutture che accolgono richiedenti l’asilo. Abbiamo così inoltrato il nostro progetto, aspettando quindi una risposta dai responsabili cantonali. Dopo vari solleciti da parte nostra, un mese dopo ci siamo finalmente incontrati con Carmela Fiorini e Renato Bernasconi, capo dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento".

Fin qui, a parte l'attesa, tutto bene, ma poi arriva la sorpresa. "Ci hanno comunicato che l’autorità cantonale aveva conferito a Caritas il mandato (nota bene pagando un collaboratore al 50%) di coordinare i volontari e le volontarie che si occupano di rifugiati nel nostro cantone. In altre parole, d’ora in poi la nostra associazione, che conta il maggior numero di volontari attivi sul territorio cantonale, dovrebbe sottostare a Caritas che, retribuita dal cantone, coordinerebbe anche le nostre attività!".

La quale, secondo l'associazione, non opera neppure nel migliore dei modi, ed anzi il lavoro di DaRe- Diritto a Restare si è reso necessario a causa di mancanze del lavoro svolto da Caritas, per cui numerosi richiedenti l'asilo non avevano gli abiti adeguati alla stagione oppure non possedevano ricambi.

L'assocazione ribadisce di aver offerto il proprio aiuto in modo gratuito, e non capisce come mai non è stata presa in considerazione. Il modo di agire del Cantone non le è piaciuto, "anche alla luce del caso Argo, questo modo di procedere sia molto discutibile. Il mandato è stato conferito, senza concorso, a un ente politicamente e religiosamente molto profilato, che ora, grazie a questo ulteriore incarico, gestirà in Ticino quasi tutte le attività nel campo della socialità. Chiediamo più considerazione per il nostro operato e più trasparenza nelle decisioni delle autorità".

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