OBLÒ
Eugenio Jelmini: “Una Capricciosa senza capricci”
Una riflessione sull'attuale moda dei cibi senza glutine, senza lattosio, “senza tutto”: “Un tempo le intolleranze alimentari erano un problema di pochi, ora si sono generalizzate, addirittura qualcuno parla di business”

di Eugenio Jelmini

 

Si narra che Paolo Villaggio scherzasse al ristorante ordinando un piatto di maccheroni: “ma che siano 32 contati, mi raccomando”. Fantozzi poteva permettersi di celiare mentre i moderni avventori di ritrovi e pizzerie fanno dell’umorismo loro malgrado. Già la consultazione della carta è un momento da cabaret. I più, dopo aver chiesto delucidazioni e scorso tutta la lista delle pizze, chiedono la solita “Margherita”. Il che è niente in confronto alle richieste di altri commensali della stessa tavolata. È tutto un distinguo di “Capricciosa” ma senza carciofi e olive o di “Pizza ai funghi” con pochi funghi “perché non li digerisco”. E via di questo passo fino a che, finalmente, il cameriere può passare l’ordinazione. Poverino, sa che poi dovrà tornare con le pizze pronte e comincerà il caravanserraglio. La distrazione, complici chiacchiericcio e telefonini, regna sovrana e le richieste del nostro “per chi è la Capricciosa?” cadono sistematicamente nel vuoto.

Per tornare ai fornelli, si ha come l’impressione che si sia di fronte a una moda, quella dei cibi senza glutine, senza lattosio, “senza tutto”. Un tempo le intolleranze alimentari erano un problema di pochi, ora si sono generalizzate, addirittura qualcuno parla di business. Infatti ci sono test d’ogni genere, alcuni dei quali privi di affidabilità ma che tranquillizzano psicologicamente: “sto male o non dimagrisco perché sono intollerante”.

Sia chiaro ci sono molti individui davvero alle prese con problematiche di tipo alimentare, ma una parte della popolazione è finita nel vortice di un’isteria collettiva. Fa chic denunciare qualche allergia vera o intolleranza presunta. Poi magari la stessa persona che dice “niente lattosio, morirei” al dessert ordina una bella Coupe Danmark con panna. Così va il mondo ed è inutile prendersela. Nel mio piccolo non soffrendo di intolleranze, posso spingermi al confine del buon gusto. Uno di questo giorni chiederò un’Hawaiana per vedere che effetto che fa. Ovviamente aggiungendo: “senza ananas ma con prugne e fichi”.

A proposito di mode, mi ha fatto sorridere un brano del romanzo “La calda estate del commissario Casablanca” di Paolo Maggioni: “L’amico ordinò un caffè alla maniera tanto in voga a Milano. ‘Mi porta per favore un cappuccino di soia, decaffeinato, né caldo né freddo, in tazza piccola di vetro, possibilmente tiepida?’

In Vetrina

IN VETRINA

Linea 5, in servizio i primi bus articolati elettrici: “Un passo decisivo per la mobilità del Luganese”

14 DICEMBRE 2025
IN VETRINA

Gehri Rivestimenti e l'innovazione: dagli stili contemporanei al progetto di originalità

12 DICEMBRE 2025
IN VETRINA

Quarant’anni di sommelier ticinesi, un brindisi a Piero Tenca

27 NOVEMBRE 2025
IN VETRINA

Hotel Belvedere Locarno, emozioni da regalare tutto l’anno

25 NOVEMBRE 2025
IN VETRINA

Bazzi e Valsecchi, l'unione di due marchi storici per il futuro dell'abitare

21 NOVEMBRE 2025
IN VETRINA

Torna a Lugano Vini in Villa, il festival che celebra il vino ticinese e le sue nuove storie

19 NOVEMBRE 2025