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09.03.2016 - 09:460
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Maurer, «capisco il Ticino, che dall'accordo con l'Italia ha ottenuto poco»

Il Consigliere Federale ha fatto visita ieri in Ticino. Si è parlato di accordo fiscale: Gobbi non è intenzionato a fare passi indietro. E la clausola ticinese piace a Maurer

LUGANO - Ueli Maurer, nella sua visita in Ticino, ha toccato diversi temi: su tutti, l'accordo fiscale con l'Italia, comprendente quello sulla tassazione dei frontalieri, senza ovviamente tralasciare le proposte per applicare il 9 febbraio. Il ministro UDC è arrivato accompagnato dal segretario di Stato per le questioni finanziarie Jacques De Watteville e dal suo staff, è stato accolto dai cinque Consiglieri di Stato e dal Cancelliere Gianella all'aeroporto, poi tutti si sono spostati negli uffici dell’Aeroclub Lugano. «Penso che l’accordo con l'Italia possa essere firmato entro la metà di quest’anno. Ci sono però ancora dei punti di chiarire con l’Italia», si è detto fiducioso. Il Consigliere Federale voleva cercare di convincere il Ticino ad ammorbidirsi su alcuni punti che rappresentano un problema per il governo della Penisola, su tutte la richiesta del casellario giudiziario, l'albo dei padroncini e il moltiplicatore comunale del 100% per le imposte alla fonte prelevate ai frontalieri. Per contro, Maurer ha affermato di capire la situazione del Ticino. «Come regione di frontiera, il Ticino si trova in una situazione particolare. Nei negoziati sui frontalieri ha ottenuto meno di quanto si aspettava, mentre la Confederazione ha ottenuto un risultato superiore alle sue aspettative. Ora dobbiamo vedere che cosa fare affinché anche in Ticino possa essere trovato il necessario sostegno». Vitta ha replicato che sulla questione del moltiplicatore ormai c'è ben poco margine dato che il Consiglio Nazionale ha optato per una soluzione automatica, Norman Gobbi non ne ha voluto sapere di fare passi indietro. Con decisione, ha ribadito come alcune decisioni che paiono rallentare l'accordo con l'Italia siano state decise dal Gran Consiglio, e il Ticino non vi rinuncerà senza contropartita. «Se qualcuno ci chiederà dunque formalmente di togliere tali ostacoli, noi pretenderemo di ottenere qualcosa in cambio». Gobbi ha espresso amarezza per il ritorno al moltiplicatore medio. Per quanto concerne l'applicazione del 9 febbraio, a Maurer la clausola ticinese piace. «Quella del Ticino è una proposta costruttiva e creativa, per la quale voglio esprimere i miei ringraziamenti». Ha rassicurato i ministri ticinesi, Vitta in particolare, sul fatto che le preoccupazioni ticinesi verranno tenute in considerazione nel caso si decidesse di chiudere la dogana commerciale di Ponte Tresa, una misura che fa parte del piano di risparmio previsto da Berna. Sempre a proposito di confini, Maurer ha detto che è pronto a prendere in considerazione di inviare rinforzi alle frontiere se la chiusura della rotta balcanica portasse a un aumento di migranti in entrata per la Svizzera.
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