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04.03.2016 - 18:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Rodcenko? No, Picasso! Per un migliore utilizzo del LAC

di Marco Vigilante, candidato UDC al CC di Lugano

Lugano e il LAC sono un binomio recente che ancora dovrà fare ancora molta strada prima di essere definitivamente consacrato. A prescindere dai gusti personali, la struttura di cui si è dotata la nostra Città l’ha – almeno architettonicamente – elevata al livello dei grandi capoluoghi. Con una sala teatrale fino a mille posti a sedere e uno spazio museale con una superficie di 2500 m2 il nostro Centro Culturale può essere paragonato – seppur con le dovute proporzioni – alle ben più note strutture presenti in giro per l’Europa. Sicuramente, se ben sfruttato, il LAC può essere una grande opportunità per Lugano. Ed è proprio sull’utilizzo degli spazi che – a mio modesto parere – non si sta andando nella giusta direzione. Alla conferenza stampa di presentazione, il Direttore Michel Gagnon (canadese, perché secondo il Municipio in Svizzera non vi erano figure di pari caratura…) ha dichiarato espressamente di voler dare spazio al teatro sperimentale e alle mostre d’arte d’avanguardia! In termini semplici: un forestiero viene scelto per condurre il nuovo e moderno centro culturale, costato oltre 200 milioni di franchi ai contribuenti luganesi, e invece di cercare di aumentare l’affluenza di pubblico prevedendo cartelloni teatrali classici e mostre di artisti celebrati dichiara che la sua intenzione è di organizzare spettacoli di nicchia e rassegne d’autore di seconda scelta. Senza andare molto lontano, Milano – quindi a non più di 80 km da qui – ha delle strutture decisamente più vecchie e rozze rispetto alla nostra Città, ma è in grado di ospitare mostre di artisti del calibro di Umberto Boccioni, Pablo Picasso, Pieter Paul Rubens e via discorrendo. Mentre noi ci dobbiamo – per così dire – “accontentare” di una mostra inaugurale con nomi forse altisonanti ma male esposti ed organizzati, per passare adesso ad Aleksandr Rodčenko, con tutto il rispetto per l’artista e gli appassionati di arte russa. Ed anche gli spettacoli teatrali non sono da meno. Per la prima stagione teatrale ci si sarebbe aspettati di avere degli spettacoli di sicuro richiamo internazionale, con opere, pièces e balletti di prim’ordine. E invece anche qui la brillante organizzazione del Centro Culturale ritiene di appagarci con un cartellone artistico d’essai, rivolto perlopiù ai cultori di tale arte, salvo poche eccezioni. Orbene, vista l’imponente e costosa struttura di cui si è dotata la città, cosa ci vorrebbe ad organizzare la rappresentazione di almeno una singola opera lirica a Lugano (il LAC ha la più alta torre scenica della Svizzera, quindi la struttura potrebbe ospitare addirittura l’Aida, con la sola esclusione degli elefanti), un balletto di fama internazionale (il Lago dei cigni?) o un concerto di una rinomata orchestra (i Wiener Philharmoniker?). Le grandi opere sono inutili se a dirigerle non vi sono uomini di alto calibro e di larghe vedute che si impegnano per il bene della Città investendo in progetti innovativi ed accattivanti.Marco Vigilante, candidato UDC al CC di Lugano
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