"Fa da veicolo di propaganda sia sulla situazione in Medio Oriente sia contro l'iniziativa "200 franchi bastano". Seri interrogativi sui finanziamenti pubblici multimilionari"
di Lorenzo Quadri *
E’ assai fastidioso, per usare un eufemismo, che il Festival del film di Locarno – beneficiario di un contributo cantonale aumentato negli scorsi anni a 3.4 milioni di franchi annui – si presti a strumentalizzazioni politiche di parte; naturalmente sempre della stessa parte.
Prima si è assistito alla distribuzione di cartoline “insanguinate” pro Gaza, ennesima iniziativa che alimenta l’odio e l’antisemitismo, avvenuta con il beneplacito del direttore artistico della rassegna. Evidentemente le altre decine di conflitti in corso nel mondo non interessano, in quanto non funzionali alla propaganda islamo-gauchista in auge in certi ambienti.
Poi i media hanno riferito del “dîner politique” del GARP (Gruppo degli autori, registi e produttori di film) che ha sfruttato l’occasione per fare propaganda di votazione contro l’iniziativa popolare “200 franchi bastano”, naturalmente adottando i consueti toni catastrofisti a difesa del proprio orticello.
Tale agire rende sempre più evidente che il canone radiotelevisivo più caro del mondo è di fatto un bancomat a cui attingono liberamente le più disparate categorie.
Se i cineasti svizzeri – come pure altri operatori culturali – sono così bravi, non avranno difficoltà a raccogliere sponsorizzazioni private. Chiaramente è assai più comodo appoggiarsi ai sussidi che il cittadino è costretto a versare tramite canone.
Le prese di posizione catastrofiste del GARP e di altri confermano l’esistenza di un ampio margine per ridurre il canone radioTV a 200 franchi, che rimarrebbe comunque uno dei più elevati d’Europa. Non è accettabile che il balzello pro SSR - che il cittadino è costretto a versare anche se non usufruisce affatto dei prodotti dell’emittente pubblica, o ne usufruisce solo in misura irrisoria - serva a finanziare piani occupazionali nei più svariati settori.
Il fatto che il Festival di Locarno, evidentemente con la connivenza dei vertici, si presti a fare da veicolo di propaganda di parte (sempre la stessa parte) sia sulla situazione in Medio Oriente, sia addirittura su un tema che sarà oggetto di votazione popolare, pone seri interrogativi sull’opportunità dei finanziamenti pubblici plurimilionari di cui beneficia la manifestazione.
* Consigliere Nazionale Lega