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12.03.2016 - 12:230

Lauda show. «Le Formula 1 di oggi sono troppo semplici da guidare. A quando i tergicristalli?»

Il tre volte campione del mondo delizia con simpatia e aneddoti, da Hamilton e Rosberg ad Alonso, sino a Prost, Merzario, Hunt e Regazzoni. E boccia la Formula E

MENDRISIO - Quando Niki Lauda scende la scala per andare a premiare i vincitori del concorso stile Formula 1 che da giorni si sta svolgendo al Casinò Admiral di Mendrisio, si sente un boato. Tutti lo aspettano, i cellulari alzati per immortalare il momento, tutti vogliono vederlo: è la prova che i miti non tramontano mai. Prima della premiazione, con i giornalisti, si è raccontato e ha parlato di presente e passato, di un'epoca sempre viva. Ora lui è uomo immagine e presidente non operativo della Mercedes, che ha dominato lo scorso campionato, qualcuno potrà competere con loro? «Ma se anche fossimo così nettamente in vantaggio non sarebbe un problema», ha scherzato Lauda, sorprendendo coloro che si aspettavano un mito dal carattere freddo e scostante come lo hanno sempre dipinto. «Credo che solo la Ferrari potrà competere, e in qualche circuito anche la Red Bull». Probabilmente, si rivedrà il duello fra Rosberg e Hamilton, chi è più forte? Lauda non si pronuncia. «Vedremo chi di loro sarà primo, penso potrà inserirsi anche Vettel. Problemi con Hamilton? No, lui è una persona ideale per la Mercedes, ho un ottimo rapporto con lui come con Niko». Chi secondo lui ha sbagliato è Alonso, che ha lasciato la Ferrari per la McLaren. «Forse ci ha guadagnato solo nel portafoglio... . È stato un errore voler andar via dalla Ferrari, ritengo che non quest'anno ma nel 2017 potrà lottare per i vertici. La McLaren, in effetti, ha avuto problemi con i motori Honda, che non avevano gli stessi cavalli dei nostri o di quelli della Ferrari». A Lauda, la Formula 1 attuale non piace molto. «Le auto, con l'aerodinamica e le grandi ruote, sono troppo facili da guidare, per cui il campionato è meno interessante per la tv e gli spettatori. Infatti, un pilota esordiente e proveniente dalla Formula 3 come Verstappen ha subito trovato dei tempi analoghi ai primi, servono vetture più difficili. E vogliono mettere anche un parabrezza davanti... a quando i tergicristalli?». Neppure il nuovo sistema di qualifiche, che non si sa ancora quando e se entrerà in vigore, lo soddisfa. «È un'idea stupida, anche perché tv e pc a mio avviso non sono pronti per seguirle al meglio, ed è un fattore di cui tener conto. E poi, nessuno capisce bene che sistema si applicherà, i piloti non sono contenti, e questa incertezza non è positiva». «Il campionato è meno interessante e umano rispetto a una volta e più concentrato sui soldi? I top team hanno un budget di 200 milioni, il minimo per partecipare è di 100, è normale che se vuoi entrare con 50 milioni non sarai competitivo: prima di lanciarsi in un'impresa, non solo in Formula 1, va valutato il budget», osserva Lauda. Tanti gli aneddoti anche su quando correva. «Clay Regazzoni? Un viveur, ma molto simpatico. Prost? Un uomo difficile e forte, ora mi sta simpatico, ma non posso dire lo stesso di quando mi batté per mezzo punto... . Nel 1984, in Austria, alzai il braccio come a ritirarmi, in realtà esultavo per l'uscita di Alain... . In effetti, il cambio aveva problemi, non funzionava la quarta marcia, e conclusi lentamente solo con la terza e la quinta ma bastò per vincere. Sul podio, chiesi a Piquet perché non mi avesse superato e lui disse che credeva giocassi con lui». Non parla volentieri del terribile incidente di cui fu vittima nel '76. «Non ho subito uno shock, perché in fondo il rischio faceva parte del gioco, sapevamo che prima o poi qualcosa poteva capitare, non come ora che le vetture sono sicure e la morte di Bianchi è stata, fortunatamente, un caso irripetibile per la dinamica. Anzi, quando mi sono svegliato in ospedale mi sono ritenuto fortunato ad essere vivo, e mi sono concentrato sul fatto di tornare il prima possibile. Quell'anno, persi il campionato contro Hunt solo perché ero stato fermo quattro gare, per un solo punto». Arturo Merzario gli salvò la vita ma per qualche tempo i rapporti furono tesi. «Sbagliai io a non andare subito a ringraziarlo quando tornai a Monza. Lui ci rimase male, e aveva ragione, adesso però andiamo molto d'accordo». Stabilire il migliore di tutti i tempi per Lauda è difficile, alla fine opta per Michael Schumacher, e si dice convinto che Senna, se non fosse morto, avrebbe vinto altri campionati. Anche la Formula E non lo convince, «cambiare auto a metà gara perché la batteria è scarica? Non esiste... vedremo fra cinque anni se farà ancora successo, per ora è la novità!». Quattro piste per lui sono la base del campionato: Monza, Hockenheim, Nürburgring e Austria, «se si tolgono per andare solo ad Abu Dhabi, la Formula 1 è morta». E tra un sorriso e una battuta, un autografo e un selfie, il viaggio nel tempo è servito, tanto che sembra di sentire l'odore delle gomme e il rombo dei motori. [nggallery id=105 images=99]
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