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20.03.2019 - 10:000

Caroni: "Via Sicura, siamo arrivati a un livello di follia! Per essere sicuri che non si fa cassetta propongo..."

Il vicesindaco di Locarno trova sprorzionate le misure adottate dal sistema per la sicurezza e dal medico del traffico. "Se si applicasse lo stesso metro di misura per reati penali più gravi nessuno uscirebbe più dal carcere"

di Paolo Caroni*

Sulle misure adottate da Via sicura e sul medico del traffico permettetemi di dire che siamo arrivati ad un livello di follia. Se si applicasse lo stesso metro di misura per altri reati penali ben più gravi penso che dalle nostre carceri non uscirebbe quasi più nessuno. Sull'altare della sicurezza stradale (giusto obiettivo, per carità!) lo Stato è arrivato ad un punto tale che le sanzioni non hanno più nessuna proporzione rispetto alle infrazioni.

Non mi addentro in tecnicismi giuridici che non interessano a nessuno ma mi permetto di osservare che i principi / diritti basilari del Codice penale applicabili a qualsiasi accusato di qualunque altro reato penale non valgono nell'ambito delle infrazioni gravi del codice stradale. In particolare, non valgono i principi fondamentali dell’aggravante e dell’attenuante, delle circostanze, degli elementi oggettivi e soggettivi… Chi sgarra sulle strade viene condannato in base all’automatismo delle tabelle, e così sia. Non solo avvocati, ma anche giudici penali hanno criticato questo sistema infernale.

Quindi, o si riformano le disposizioni di Via sicura per ripristinare un minimo e ragionevole equilibrio tra l'infrazione commessa e la sanzione, oppure si riforma il resto del Codice penale inasprendo in linea con le sanzioni di Via sicura tutte le pene per reati ben più gravi!

Preciso che non parlo dei casi dove è avvenuto un incidente stradale e nei quali è quindi corretto che ci sia una sanzione anche severa, se le regole della circolazione sono state gravemente infrante… Non parlo di casi simili a quello ormai celebre del pirata tedesco che ha percorso la galleria del Gottardo a velocità folle effettuando svariati sorpassi e seminando il panico tra gli automobilisti. Quello era un vero criminale ed è stato giusto perseguirlo come tale. Parlo invece di quei casi dove l'infrazione emerge in seguito a un normale controllo di polizia, senza nessun incidente…

Oltre a ciò, per recuperare la patente bisogna quasi chiedere un prestito in banca. Una situazione assurda, paradossale e assolutamente fuori controllo. La politica deve correggere certe palesi iniquità del sistema, adottando, per esempio, i correttivi suggeriti in questi giorni da un’iniziativa parlamentare presentata da alcuni deputati UDC.

In casi di grave violazione delle norme sulla circolazione, la punizione dell’automobilista avviene su tre livelli: penale, con la relativa condanna e revoca della patente, finanziario, con la multa che viene comminata, e ancora finanziario con l’obbligo a sborsare fior di soldi in anticipo per sottoporsi agli accertamenti da parte del medico ed eventualmente dello psicologo del traffico, che sono “autorità sovrane”, il cui giudizio sulla futura idoneità alla guida dell’automobilista è inappellabile.

Se l'obiettivo dei controlli sono la sicurezza stradale e la prevenzione (e non far quadrare conti cantonali e comunali) allora, per fugare ogni dubbio in merito, un'idea potrebbe essere quella di destinare l'intero provento delle multe per eccesso di velocità e/o guida in stato di inettitudine a un fondo destinato alle strade e alla prevenzione. Un fondo che potrebbe per esempio servire per pagare le analisi del medico del traffico che, come ipotizzava qualche mese fa il ministro Norman Gobbi, va comunque “statalizzato” e riportato sotto la vigilanza del Cantone.

In tal modo, l'autorità potrà fugare ogni dubbio in merito alle critiche (a volte sacrosante, a volte ingiustificate) di eseguire controlli al solo scopo di "fare cassetta".

Comunque, da cittadino (e automobilista) mi permetto di affermare: adesso basta, qualcosa deve cambiare, e subito!

* vicesindaco di Locarno, candidato PPD al Gran Consiglio

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