LUGANO - E il veleno venne nella coda. Zdenek Zeman ha deciso di non accettare la proposta di rinnovo del contratto da parte del Lugano, dopo una salvezza raggiunta e una finale persa di Coppa Svizzera. Per lui, si parla di interessamenti da parte di Pescara (suo vecchio club), Crotone (poi smentito). Bari e anche Palermo. Ai microfoni della RSI ha motivato la sua scelta, criticando tutto e tutti. «Non vedevo prospettive, eravamo la squadra con meno possibilità tecniche ed economiche e non vedevo come si poteva cambiare come io desideravo. Il mio calcio è stato visto poco per vari motivi, con un altro allenatore il Lugano potrebbe soffrire meno». Soprattutto, è arrabbiato con Strugar, un procuratore che ha collaborato con la campagna acquisti, reo a suo dire di aver sempre parlato male di lui. «La squadra non era costruita molto bene, non ho potuto intervenire sugli acquisti, e continuerebbe a succedere così. Calcoliamo che il budget, già basso, diminuiva, per cui... Le parole si sono sentite anche lo scorso anno». Saluti comunque i tifosi, ed anche i giocatori e lo staff, aggiungendo di essere stato benissimo a Lugano e di andar via «per fare calcio». Sul futuro non si è sbilanciato. «Sono le squadre che cercano me, non viceversa». Angelo Renzetti, al primo no di Zeman, aveva detto di prendersi cinque giorni ma la decisione non è cambiata. Il presidente ha difeso Strugar, definendolo una persona onesta e confermando che contribuirà a collaborare con il Lugano. A suo avviso, Zeman ha preso dall'Italia «la cultura del sospetto» e non si è fidato di nessuno, «perdendosi un po' durante la campagna acquisti invernale», come ha detto a ticinonews.Ed ora? Fra i nomi, Renzetti non nega che in pole position ci sia l'attuale allenatore della Primavera dell'Inter Stefano Vecchi. Non si esclude anche Carlos Bernegger, cercato dal Chiasso dopo l'addio di Schällibaum, trattativa mai andata in porto.