"Non mi occupo del Lugano, prima di tutto, né della società né dei suoi tifosi, ne ho abbastanza dei miei. Ciò che noto è che c'è stato un passato in cui, per orgoglio della maglia, per l'identità e per salvaguardare una realtà unica nel mondo dello sport, si accettava più serenamente di non avere dei grandi risultati sportivi, con i nostri mezzi limitati. Questa pazienza si è sgretolata, oggi si vuol vedere del gioco, si vuol vedere vincere, e certamente si chiede più impegno, e questa è l'unica cosa su cui possiamo fare la differenza: non i contratti milionari, bensì impegno e volontà".