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Cronaca
08.09.2015 - 17:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Partenariato fra La Carità e il Santa Chiara, l'USI dà semaforo verde

La sperimentazione pilota fra pubblico e privato riguardo i reparti di ostetricia, ginecologia, neonatologia, pediatria e salute donna bambino sarebbe una prima a livello svizzero. Favorevole la popolazione, così come quanto emerso da uno studio dell'USI

LOCARNO - La collaborazione fra pubblico e privato nel settore della sanità sta assumendo crescente rilevanza a livello svizzero e ticinese. In questo contesto, l’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), d’intesa con la Clinica Santa Chiara di Locarno (CSC) e in stretto coordinamento con il Dipartimento della sanità e della socialità del Canton Ticino (DSS), ha deciso di verificare la fattibilità istituzionale, organizzativa ed economico-finanziaria di un partenariato pubblico-privato tra l’Ospedale Regionale di Locarno La Carità (ODL) e la Clinica Santa Chiara. A questo scopo, EOC, ODL e CSC hanno affidato un progetto di ricerca al Laboratorio di management pubblico e sanitario dell’Istituto di economia politica dell’USI (IdEP, Facoltà di scienze economiche), ed oggi sono stati presentati i primi, favorevoli risultati, sia dal punto di vista strategico su quello delle preoccupazioni del personale delle due strutture e sulla percezione della popolazione del Locarnese rispetto a questa possibile collaborazione. Per quanto riguarda la forma di partenariato, l’analisi comparativa a livello svizzero ha evidenziato che la sinergia tra ODL e CSC in più campi di intervento sarebbe un progetto precursore a livello federale. Le attuali esperienze di partenariato pubblico-privato nel settore sanitario nel nostro Paese riguardano infatti solo singoli settori medici. L'unione avverrebbe nei reparti ostetricia, ginecologia, neonatologia e pediatria, salute donna bambino, che sono all'avanguardia soprattutto alla Santa Chiara, colpita recentemente dal lutto di una dottoressa che si era tolta la vita. Nonostante il dramma e le domande da esso sorte, la clinica non ha intenzione di fermarsi, e questo partenariato ne è la prova. Per quanto concerne il sondaggio svolto fra personale e popolazione, è risultato che ben il 68% della popolazione della zona sarebbe favorevole a una collaborazione fra le due strutture. Ora i problemi su cui riflettere sono di tipo logistico e della formazione del personale. Giorgio Pellanda, direttore dell'Ente Ospedaliero Cantonale ha spiegato come «entrambe le strutture sono consapevoli delle difficoltà giuridico-legali e politiche insite nel promuovere formule di collaborazione fra pubblico e privato. Si impegnano a trovare soluzioni pragmatiche, equilibrate, rispettose degli obiettivi e degli interessi reciproci e condivise con il Consiglio di Stato». A sua volta, il direttore della Clinica Santa Chiara, Philippe Meyer si è detto «cosciente della necessità di razionalizzare, ma non razionare, l'offerta sanitaria del Locarnese. Abbiamo partecipato al progetto convinti delle sue possibilità di successo». La palla, ora, passa alla politica, per trovare una soluzione per dare il via a questo partenariato all'avanguardia in ambito svizzero.
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