MENDRISIO - La pianificazione ospedaliera preoccupa Mendrisio, nonostante l'ala nuova dall'OBV e l'intervento dei sindaci che hanno bloccato ogni rischio di ridimensionamento dell'ospedale.Brenno Balestra, direttore sanitario e primario, in un'intervista a La Regione parte dei lati positivi. «Siamo usciti con un ospedale forte dai lavori di DSS e Commissione, e ne siamo consapevoli. La lungimiranza dimostrata dall’Ente ospedaliero cantonale nel promuovere l’ala nuova dell’OBV ci proietta in un avvenire dinamico che restituisce progettualità a tutto vantaggio dell’ospedale di prossimità, al quale crediamo molto. Si vuole investire sulla chirurgia ambulatoriale o semi-ambulatoriale di "day hospital", che se funziona bene permette di evitare dei ricoveri».Ma non è tutto oro quel che luccica, anzi. L'OBV è l'unica struttura, dopo che il Santa Lucia di Arzo è divenuto casa anziani, a letti acuti somatici nel Mendrisiotto. «I posti sono insufficienti", spiega Balestra. "Si è capito che la priorità del nostro sistema sanitario ticinese, in ritardo e un po’ in crisi, è la mancanza di questi letti post acuti, necessari ad accompagnare i pazienti più fragili nel recupero delle forze per poi poter tornare a casa. L’ospedale acuto, infatti, ha bisogno di uno sbocco. Altrimenti il sistema collassa».Al di là di come si farà ad aumentare i posti letti, scontentando o Comuni o casse malati, col rischio di ricorsi, Balestra è preoccupato e indignato per il Mendrisiotto. «La nostra occupazione è folle ormai. Ci sono momenti dell’anno in cui mi ritrovo a dire che servirebbero i letti a castello. E sarà sempre peggio visto l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche». E sono sempre più i pazienti che sono alla ricerca di un posto dove andare in convalescenza. «Non possiamo dimetterli (non possono rientrare a casa) e nessuna struttura può accoglierli perché al completo. Calcoliamo che dai 10 ai 20 degenti, quotidianamente, aspettano in OBV dagli 8 ai 20 giorni per avere un letto in un istituto. È ancora peggio in queste settimane. È una inefficienza sanitaria totale», prosegue Balestra, che parla di persone in attesa di ricovero che però non possono essere collocati, perché l'ospedale è pieno di chi non può ancora andare a casa. Anche con l'aumento dei posti letti post acuti prospettata, il Mendrisiotto resterebbe, secondo i calcoli del primario, sotto la media. «Nei fatti siamo doppiamente penalizzati. E questo a fronte di un fabbisogno chiaro ed evidente di almeno 45 posti letto. Eppure ci ritroviamo sottodotati due volte: nell’acuto e nel post acuto. I momò, mi domando, sono cittadini di serie B?», attacca Balestra. «Non siamo stati ascoltati. Allora che si abbia il coraggio di dirlo; che il Mendrisiotto sarà penalizzato. Anche perché siamo noi, in prima linea, a doverlo spiegare a pazienti e famigliari. Vuol dire essere poco rispettosi dei nostri anziani, costretti a essere spostati come pacchi in altri distretti. È un’ingiustizia che fa male al cuore».A nulla è servito provare a portare le proprie ragioni. «Forse le Valli hanno saputo strillare più forte. Chissà. Sta di fatto che sono molto deluso dai rappresentanti del Mendrisiotto che siedono nella Commissione. Dove erano?»