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Cronaca
28.10.2016 - 17:010
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Tutti insieme appassionatamente. «In 16 va bene, i tre comprensori lascerebbero tutti i problemi alla Città»

Lugano si esprime a favore dell'aggregazione di 16 comuni. «Diventeremmo la settima città per numeri di abitanti e addirittura la più grande come estensione: è la soluzione migliore»

LUGANO - Lugano è sicura: molto meglio aggregarsi in 16, come inizialmente previsto. Oggi il Municipio ha trasmesso a Bellinzona le sue conclusioni relative al Piano cantonale delle aggregazioni (PCA). «La prima proposta elaborata dal Cantone nel 2013 e posta in consultazione prevedeva la creazione di un Comune unico con l’aggregazione di Lugano, Canobbio, Collina d’Oro, Comano, Cureglia, Massagno, Morcote, Muzzano, Paradiso, Porza, Savosa, Sorengo, Vezia, Vico Morcote, Grancia e Melide. La nuova entità comunale avrebbe aggregato 16 Comuni e avuto un estensione di 99 km2 e una popolazione di 93’000 abitanti, ponendosi al 7° rango nella classifica dei Comuni svizzeri per numero di abitanti e al 1° posto per estensione territoriale. Lugano ritiene che questa resti l’opzione migliore: la scelta di procedere con soluzioni intermedie o aggregazioni ad hoc inibirebbe, infatti, il processo aggregativo del Luganese, con il rischio di bloccare lo sviluppo di alcuni progetti vitali per la Città, per il Luganese e per tutto il Cantone», si legge nella nota. Tutti insieme, dunque, e subito. Infatti, «la Città deve ora consolidarsi quale polo cantonale e regionale», e se i tempi fossero troppo lunghi, «Lugano perseguirebbe l’aggregazione dei Comuni di Massagno e Paradiso a corto termine». La seconda ipotesi avanzata, ovvero i tre comprensori "Polo", "Collina Nord residenziale" e "Collina sud residenziale", nata "dopo la reticenza manifestata da alcuni Comuni limitrofi alla Città", non piace. «Il Municipio esclude l’ipotesi del Cantone di aggregare a Lugano le parti di territorio oggetto di una pianificazione intercomunale scorporandole dai Comuni limitrofi. Inoltre, la nuova proposta esacerba la suddivisione del territorio in aree funzionali (comuni della cintura residenziali da un lato e polo dei servizi e del lavoro dall’altro), non risolve i problemi legati agli oneri di centralità, e inibisce lo sviluppo del Polo cantonale di Lugano, congelandolo entro una cintura di nuovi Comuni di media grandezza e sostanzialmente monofunzionali (residenziali), lasciando alla Città i problemi di gestione del territorio e l’onere dei grandi investimenti necessari nelle aree di sviluppo, prime fra tutte Cornaredo e Pian Scairolo».
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