Un infermiere del Sacco di Milano: "Fanno quattro passi e ansimano come se avessero corso qualche chilometro"
MILANO – "Se il Covid entrasse profondo su Milano, sarebbe come un Boeing-747 che si schianta davanti al pronto soccorso. Non so se ce la faremmo". B. – un infermiere al Pronto soccorso del Sacco di Milano – non potrebbe parlare con la stampa. Gli è stato imposto dalla direzione, ma lo fa ugualmente al Corriere della Sera perché "questo non è un ospedale normale".
E racconta: "Quel crash non so se ci sarà. Lo scopriremo soltanto tra una settimana. Negli ultimi giorni si è abbassata l'età media: direi intorno ai 55/60 anni, ma sono compresi anche 30enni. E tutti hanno bisogno immediato di ossigeno. La febbre non scende mai sotto i 38°. Ogni giorno qui si vedono persone con cannule, mascherine e caschi. Robe bruttissime".
B. spiega al quotidiano in quali condizioni la gente si reca al pronto soccorso. "Vengono con l'ossigeno nel sangue a 90, basso da spavento. Fanno quattro passi e ansimano come se avessero corso qualche chilometro".