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Cronaca
03.08.2020 - 14:130

"Il futuro dei vigneti di collina è garantito?"

Lo chiedono Fabio Badasci e cofirmatari al Governo. "Stiamo assistendo a un ricatto da parte di alcuni grossi produttori"

BELLINZONA – “Il prezzo dell’uva attuale garantirà un futuro ai vigneti di collina e paesaggio”. Lo chiedono Fabio Badasci e cofirmatari in un’interrogazione inoltrata al Governo. “Il periodo della vendemmia – si legge – si sta avvicinando e le preoccupazioni da parte dei piccoli ma indispensabili produttori di uva del Canton Ticino sono giustificate e più che comprensibili. Se da una parte abbiamo assistito a anni buoni dove sia prodotto che prezzo erano in sintonia con i costi di produzione, quest’anno siamo ritornati alle problematiche del 2007 dove i grandi produttori di vino hanno “colonizzato” in parte terreni di pianura in produzione propria a scapito del ritiro di uve pregiate di collina”.

Secondo Badasci, “stiamo di fatto assistendo a un ricatto da parte di alcuni grossi produttori che giustificano l’abbassamento del prezzo per le uve prodotte nel 2020 per le troppe riserve ritirando solo 500g/m2 a prezzo “ragionevole” (4 chf/kg) ma poi prendono anche ulteriori 300g/m2 a metà prezzo. Di fatto o ci sono riserve in esubero o si punta solo ad abbassare il prezzo vendendo poi il prodotto finale allo stesso prezzo.  La costruzione di nuovi vigneti in zone agevoli avvenuta nell’ultimo ventennio ha rimpiazzato i vigneti abbandonati a causa del mancato cambio generazionale o dell’edilizia. Una necessità apparentemente comprensibile da parte di chi li ha piantati. La qualità delle uve cresciute su terreno fertile è però verosimilmente discutibile e viene spesso utilizzata per fare vino bianco (che ora ha un buon mercato), mai per pregiati vini rossi”.

E ancora: “Il rendimento al metro quadro degli impianti in zone SAC è molto maggiore ciò che ha portato al presunto esubero di produzione nonostante siano costanti superfici coltivate e andamento delle vendite. L’attuale situazione con l’abbassamento della resa economica (limite di produzione e prezzo) e la crescita dei costi (selvaggina, nuove malattie, nuovi insetti) induce il piccolo viticoltore che caratterizza il paesaggio tradizionale ad abbandonale l’attività ciò che invece è indubbiamente negativo”.

Alla luce di quanto esposto, ecco le domande formulate al Governo:

1) Siete a conoscenza dell’andamento del prezzo delle uve e il relativo evidente problema in caso di abbassamento eccessivo del prezzo in rapporto alla manutenzione del nostro territorio collinare e al valore paesaggistico?

2) Il CdS non ritiene necessario intervenire per garantire un futuro ai vigneti collinari che rivestono tuttora un’importante attività quale risorsa economica ma ancora maggiormente come peculiarità paesaggistica ed architettonica ticinese? Sarebbe opportuno ripensare e riproporre un sistema di pianificazione territoriale tenendo in considerazione lo studio effettuato dal WSL?

3) Il CdS intravede altre soluzioni praticabili in tempi brevi o ritiene che sia opportuno dare priorità al “libero mercato”?

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