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Cronaca
05.11.2020 - 14:120

Wicht lancia l'appello: "Chiudiamo le frontiere per qualche mese, sennò noi e gli italiani continueremmo a darci la colpa l'un l'altro"

I frontalieri dovrebbero poter venire in Ticino, il leghista non ci sta: "Se si rifacesse lo stesso errore della prima ondata, ovvero permettere a 70-80mila persone di creare un flusso giornaliero, sarebbe imperdonabile"

BELLINZONA - Il Dpcm di Giuseppe Conte che ha diviso l'Italia in zone, con la Lombardia e il Piemonte che sono finiti in quella rossa, dunque con le misure più restrittive, riaccende la discussione sulle frontiere, perchè il Ticino è comunque spettatore interessato (ancora parecchi sono gli interrogativi che riguardano le possibilità di spostamento dei ticinesi verso la Penisola).

Quello che non dovrebbe, a quanto si sa, subire modifiche è la possibilità per i frontalieri (che hanno ormai toccato quota 70mila) di entrare in Ticino.

Ma non tutti sono d'accordo. Uno dei primi a chiedere la chiusura delle frontiere addirittura per qualche mese è il consigliere comunale della Lega Omar Wicht, che su questi temi si è sempre espresso, sostenendo anche chi decide di andare a vivere oltre confine perchè non riesce a sostenere i costi della vita in Ticino.

"Spero vivamente, che il nostro Governo e la nostra Confederazione, visti i precedenti della prima ondata, non rifaccia lo stesso errore di tenere aperti i confini e avere un flusso giornaliero, pari a 70-80 mila persone, il virus si espanderebbe in maniera esponenziale", scrive. "Questo via vai incontrollato, potrebbe essere l'ennesimo errore imperdonabile che, vista l'esperienza passata, non possiamo più permetterci".

Anche in Italia, dice, qualcuno la pensa come lui: "Questo mio ragionamento, lo stanno facendo anche molti sindaci del Varesotto e del Comasco, in quanto allarmati dai numerosi contagi avvenuti anche nelle loro città, preferirebbero un confinamento anche per i loro cittadini, frontalieri compresi. È di qualche giorno fa, la notizia in cui il Sindaco di Varese, reclamava il fatto che molti suoi cittadini  frontalieri, si fossero infettati in Ticino"

"A mio modo di vedere, onde evitare inutili situazioni spiacevoli del "darsi la colpa" l'un con l'altro, adotterei la misura più incisiva, ossia la chiusura per qualche mese delle frontiere. Se poi ci dovessero essere delle necessità lavorative inderogabili e necessarie, da ambo le parti, si potrebbe pensare a una soluzione di soggiornare, nel paese dove si lavora, senza un inutile spostamento giornaliero, poco indicato di questi tempi", conclude. 

Spero che il nostro Governo prenda seriamente in mano la situazione.

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