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Economia
03.06.2020 - 11:130

PIL, che disastro! In alcuni settori ci sono cali storici, per la ristorazione e l'albergheria -23%!

Anche il commercio fa registrare un -4,4%, nei trasporti e nelle comunicazioni la peggior perdita degli ultimi trent'anni, così come, nonostante la pandemia, il sanitario. Tiene il settore finanziario

BERNA - Nel 1° trimestre 2020 il PIL svizzero è diminuito del 2,6 %, dopo un aumento dello 0,3% nel trimestre precedente. La pandemia da coronavirus e le misure di contenimento hanno fortemente limitato l’attività economica nel mese di marzo. Inoltre, il cedimento congiunturale a livello mondiale ha frenato le esportazioni. 

Il settore dei servizi è stato particolarmente colpito dalla chiusura delle imprese e dalle varie restrizioni adottate. La creazione di valore aggiunto è diminuita per quasi tutti i servizi. Un calo storico si osserva nel commercio (–4,4 %) e nel settore alberghiero e della ristorazione (–23,4%), che ha dovuto fare i conti, già da inizio marzo, con la diminuzione degli ospiti dall’estero.

Anche il ramo trasporti e comunicazioni (–5,1 %) ha fatto registrare la maggiore perdita degli ultimi 30 anni, a causa della soppressione di gran parte dei voli e dei collegamenti ferroviari. Un impulso negativo di dimensioni storiche è arrivato inoltre dal settore sanitario (–3,9 %), dato che molti trattamenti sono stati temporaneamente sospesi. 

Hanno invece sorretto il PIL l’amministrazione pubblica (+0,8 %) e il settore finanziario (+2,3 %); quest’ultimo ha beneficiato in particolare della crescente attività all’estero. Complessivamente sono però dimunite sia le esportazioni (–4,4 %) sia le importazioni (–1,2 %) di servizi.

Le misure di contenimento sanitarie e la grande insicurezza hanno portato alla massiccia diminuzione dei consumi privati (–3,5 %). La chiusura dei negozi a partire dal 17 marzo ha determinato un forte calo nell’acquisto di mobili e abbigliamento, ma le spese per la mobilità, il tempo libero e la salute sono diminuite fortemente. 

Anche gli investimenti nelle costruzioni si sono sviluppati al ribasso (–0,4 %), così come quelli nei beni di equipaggiamento (–4,0 %). Il consumo dello Stato (+0,7 %) è stata l’unica componente della domanda interna a sostenere la congiuntura. In conclusione, la domanda finale interna (–2,7 %) ha subito la contrazione più marcata degli ultimi decenni.

La situazione economica si è deteriorata anche per i principali partner commerciali, andando a colpire rami industriali sensibili alle variazioni congiunturali come quello metalmeccanico e quello degli orologi e strumenti di precisione. La creazione di valore dell’industria manufatturiera (–1,3 %) ha fatto registrare il maggiore calo dopo quello dovuto la rimozione del tasso di cambio minimo tra franco e euro a inizio 2015, provocando così una sensibile diminuzione delle esportazioni in molti settori industriali. 

Si è in compenso sviluppata positivamente la voce di esportazione – molto importante – dei prodotti chimico-farmaceutici che, insieme a quella del commercio di transito, ha portato all’aumento del totale delle esportazioni di merci (+3,4 %). Le importazioni di merci (–1,1 %) sono invece diminuite, data la diminuzione della domanda interna.

Indicazione metodologica
La pandemia da coronavirus influenza le statistiche. Per allinearsi alle raccomandazioni di Eurostat ed evitare distorsioni dovute alla pandemia, i dati e la metodologia per il calcolo del PIL trimestrale sono stati analizzati in modo approfondito. In aggiunta alle altre fonti esistenti, sono state considerate in particolare anche i dati relativi ai preannunci di lavoro ridotto e i conteggi già disponibili. I risultati sono stati verificati alla luce dei provvedimenti di contenimento secondo l’ordinanza 2 COVID-19 del Consiglio federale. Infine, sono stati analizzati – ed eventualmente adeguati – tutti i modelli di destagionalizzazione. È tuttavia possibile che, data l’attuale situazione dei dati, nei prossimi quartali saranno necessarie delle revisioni più incisive di quanto avviene di consueto.

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