BELLINZONA – Due imprenditori pessimisti e soprattutto preoccupati. Emanuele Centonze, dell’omonima azienda, e Francesco Siccardi della Medacta, sono certi, come spiegano al Caffè, che l’autunno dirà molto sul futuro dell’economia ticinese. Ma non si sorprenderebbero se succedesse il peggio.
"Prepariamoci: si dovrà affrontare una realtà molto dura. Nonostante il lavoro ridotto, i costi fissi aziendali sono rimasti invariati. Di conseguenza nei prossimi mesi si dovrà allineare la produzione alla domanda. Saranno inevitabili i primi ridimensionamenti aziendali, i primi licenziamenti”, è realistico Centonze.
Siccardi spiega come la sua azienda abbia toccato un meno 70% nel fatturato, non bruscolini. E guarda oltre: “Se ci sarà una seconda ondata ne risentirà maggiormente il settore del turismo, della ristorazione, quello alberghiero, come abbiamo visto nel periodo pasquale. Si tratta di beni non necessari". Meno soldi da parte dei consumatori, magari rimasti senza lavoro, significa meno acquisti e dunque commerci, oltre a turismo, in crisi.
Per Centonze, “di sicuro non si può pensare di aumentare le imposte. Sarebbe una sciagura. Piuttosto, come taglia il privato, dovrà tagliare anche lo Stato. Dovrà ridimensionarsi". Il suo collega invece chiede un piano per contenere eventualmente una seconda ondata senza sacrificare l’economia.
Insomma, c’è poco comunque da stare allegri.