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Sanità
01.09.2019 - 11:520

Un'operazione, 35 minuti. Le risonanze identiche. Continua il mistero del neurochirurgo

L'uomo può tornare a operare all'Ars Medica, dato che in clinica sono convinti che le operazioni siano state realmente eseguite. Ma da quanto emerge il giallo è sempre fitto

LUGANO – Le operazioni sono state eseguite oppure no? Per l’Ars Medica, il neurochirurgo indagato le ha effettuate e dunque può tornare a operare. Il Caffè per contro continua a sollevare dubbi. La verità è ben lungi dall’emergere, per ora.

Gli interrogatori cui fa riferimento nella nota la clinica, riporta il domenicale, sono quelli del neurochirurgo, di due infermieri strumentisti, un aiuto strumentista, un medico anestesista, di un infermiere anestesista e del chirurgo del Civico che poi ha (ri?)operato la prima paziente, quella che ha fatto partire le verifiche.

L’intervento incriminato ha visto la presenza in aula, oltre che del medico, di due infermieri strumentisti, un aiuto strumentista, un anestesista e un infermiere anestesista. A quanto pare, l’anestesia avviene alle 11.45, l’operazione stessa comincia alle 13.05 e alle 13.40 è tutto finito: "Foraminotomia L3 L4 sinistra con asportazione cisti sinoviale e foraminotomia L4 L5 sinistra", si legge nel rapporto. Tutto in 35 minuti! E le persone interrogate avrebbero presumibilmente confermato, a parte ovviamente il medico del Civico, quanto scritto nel rapporto operatorio. 

Ma poi al Civico la paziente viene sottoposta a una nuova risonanza magnetica ed essa è identica a quella effettuata all’Ars Medica prima dell’intervento. Dunque? Mistero, per ora. Intanto il neurochirurgo può tornare a operare.

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