«Eravamo un partner interessante 20 anni fa, poi si diceva "ah c'è ancora la Svizzera, dobbiamo risolvere il problema", ora siamo passati a "la Svizzera chi è?". Adesso l'UE sarà impegnata per tre anni coi bilaterali con il Regno Unito e quelli con noi passeranno in secondo o terzo piano. Dovremo arrangiarci da soli, l'unica soluzione è, come ha detto Levrat, quella interna. Dobbiamo vivere coi bilaterali che abbiamo e mettere in moto delle misure interne a protezione del mercato del lavoro. L'appello come al solito è al potere economico, perché i populisti portano soltanto il caos. Se il mondo economico svizzero vuole un'economia basata sui rapporti con l'UE che lo dica e che protegga il mercato interno, con contratti collettivi, salari minimi garantiti, formazione. Va ottenuta una maggiore apertura del mercato del lavoro per i giovani, gli anziani e le donne svizzeri, favorendo le possibilità per loro senza ricorrere a manodopera straniera a basso costo. È una scelta difficile ma porterebbe alla pace sociale e a un'integrazione ragionevole con l'UE in attesa di ciò che succederà».