«Me le sono poste come cittadino, dato che come Dicastero non posso fare nulla. Sono preoccupato, e mi fa impressione il fatto che non si può impedire la balneazione perché è un luogo sicuro. Io sono cresciuto a Lugano e quando ero piccolo i miei mi dicevano di non andare a fare il bagno alla Foce, pericolosa per i mulinelli. Devi essere un bravo nuotatore e conoscere i pericoli, mi hanno detto che dopo pochi metri si scende vertiginosamente, e con la corrente se si va in panico è davvero pericoloso. Se devo nuotare, vado al Lido. Gli annegamenti sono tragedie immense che fanno riflettere. Va capito che cosa portano i cartelli di pericolo esposti, penso al ragazzo eritreo che di certo non parla italiano. Sono sconvolto, anche perché capita a chi non conosce la zona, che è molto bella e ricreativa per accedere al lago e si prende il sole e invoglia a entrare in acqua. Una volta c'era il sentimento del pericolo, il blocco psicologico».