BELLINZONA - Si spacciavano per università, sostenendo di poter elargire titoli di studio validi, per via telematica. In Italia è una prassi consolidata, sono infatti parecchi gli atenei che rilasciano lauree perfettamente parificate a quelle ottenute con percorsi tradizionali, a chi decide di studiare via Internet. Lo stesso non vale per il Ticino, in cui negli ultimi anni si sono installate delle scuole che pretendevano di essere considerate università.Fra di esse, il Politecnico di Lugano, oggi I.S.S.E.A. Con una sede al World Trade Center di Agno, offre lauree triennali in scienze aziendali, scienze della comunicazione, scienze politiche, scienze informatiche ed economia, oltre a svariati master e addirittura dottorati. Secondo nostre fonti, il direttore, Massimo Maria Silvestri, ha sempre saputo essere molto convincente, e quando qualcuno si presentava a chiedere informazioni e a domandare se il titolo sarebbe stato riconosciuto, citava una serie di leggi e di ricorsi. Risultato? Confondere il possibile futuro studente, offrendogli nel contempo la possibilità di accorciare il periodo di studio grazie a crediti garantiti grazie all'esperienza lavorativa accumulata in un certo ambito. Ma non di certo con tasse accessibili a tutti, da 4'300 a 5'000 franchi all'anno. Il Cantone, dal 2014 in poi, ha più volte intimato al Politecnico, ma non solo, di togliere dal proprio nome i termini "politecnico" e "università", che possono essere utilizzati solo dopo un accreditamento che al momento non c'è. Per sfuggire alla normativa, l'I.S.S.E.A ha aperto una succursale a Roveredo e poi spostato la sede a Zugo, ma questo non l'ha salvato dal processo in corso attualmente contro il suo amministratore unico. Agno sarebbe ora solo una succursale, escamotage che non convince il procuratore pubblico Andrea Maria Balerna, il quale anzi ha tuonato: «E mi sento preso in giro perché sono arrivati al punto, visto che non potevano più utilizzare la parola politecnico, di cambiare la scritta in polotecnico. Con la O». La difesa sostiene che, se c'è stato, l'abuso di denominazione è avvenuto fuori dal Ticino, e che il nome completo fa parte del brand. Ad Agno si elargiscono solo corsi di formazione continua che non si inseriscono nei percorsi universitari. Il 6 aprile sul sito ufficiale si legge che «in data odierna è stata trasferita la sede legale da Lugano a Zugo (Cantone di Zugo) Rimane a Agno-Lugano la succursale con il nome di "Campus di Lugano" dove si svolge l'attività di formazione continua post-universitaria». Certo è, comunque, che fino a un certo punto le lauree venivano rilasciate anche in Ticino, con esami nella sede del World Trade Center, con tanto di cerimonie di consegne delle lauree (con foto sul sito).È stato lo stesso DECS a segnalare il caso al Ministero Pubblico. L'accusa per l'amministratore unico chiede 40 mila franchi di multa (se non pagati, 90 giorni di carcere) per l'amministratore unico, reo appunto di utilizzare senza autorizzazione i termini "politecnico" e università". «La scuola ha fatto di tutto per rispettare la legge che, tra l’altro, non è stata concepita per le università telematiche ma per quelle che hanno una sede fisica. Perché però per le altre scuole non sono stati emanati decreti d’accusa? È un accanimento contro il mio assistito», ha per contro affermato l'avvocato difensore, chiedendo l'assoluzione.E non è finita qui, perché oggi in Pretura sarà la volta dell'Accademia EurEka per la medicina della salute, tecnica e economica. Ieri il segretario/cancelliere, tedesco residente in Germania, è stato bloccato al Gottardo. Di certo, è meno nota dell'I.S.S.E.A., e in Internet in merito non si trova nulla.Nei prossimi mesi, potrebbe invece toccare all'IPUS di Chiasso rispondere delle stesse accuse. L'Istituto di Alta Formazione, già al centro di una puntata di "Patti Chiari" sulla RSI che aveva evidenziato come alcuni studenti siano dovuti andare a sostenere degli esami in Romania per finire i loro percorsi, offre lauree in fisioterapia, scienze infermieristiche, economia, psicologia, giurisprudenza, sociologia, scienze della comunicazione. Ma la notizia di oggi è che l'istituto non versa in buone condizioni economiche e il rettore della struttura ha inoltrato un’istanza di fallimento alla Pretura di Mendrisio. Lui e 14 dipendenti non ricevono lo stipendio da un paio di mesi, e addirittura in caso di fallimento alunni e professori potrebbero intentare una causa civile.